A Parma l’economia culturale e creativa nel 2024 ha ceduto terreno

Valore aggiunto in calo a 988 milioni di euro e occupati in diminuzione del 2,3%, ma crescono performing arts, arti visive e comunicazione

di Tatiana Cogo

Il sistema produttivo culturale e creativo parmense ha registrato un rallentamento significativo nel 2024. Il valore aggiunto complessivo del settore si è attestato a 988 milioni di euro, pari al 5,2% della ricchezza prodotta in provincia, con un calo del 5,9% rispetto al 2023.

Parallelamente, gli occupati sono diminuiti del 2,3%, passando da 13.853 a 13.529 unità. I dati emergono dall’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia, basata sul rapporto Io sono Cultura 2025 di Fondazione Symbola e Unioncamere, e mettono in luce l’importanza della filiera culturale e creativa anche a livello locale.

Il settore può essere suddiviso in due componenti principali. La prima, definita “core creatives”, comprende le industrie creative e culturali come architettura, design, conservazione del patrimonio, performing arts, arti visive, editoria, audiovisivo, musica e comunicazione. Nel 2024 questa componente ha prodotto 545 milioni di euro, registrando un calo del 7,3% rispetto all’anno precedente, con 7.680 addetti, in diminuzione del 4,0%.

La seconda componente, quella degli “embedded creatives”, riguarda i professionisti creativi impiegati in settori non strettamente culturali, come moda, agroalimentare e automotive; questo comparto ha generato 443 milioni di euro, in calo del 3,9%, con 5.850 occupati stabili rispetto al 2023, e rappresenta quasi la metà del valore aggiunto totale del settore.

All’interno dei comparti core si evidenziano performance contrastanti. Il settore dei videogames e del software ha prodotto 228 milioni di euro, con una flessione del 10,2%, e conta 2.476 addetti, in calo dell’11,5%, mentre le imprese aumentano del 5,8% attestandosi a 274. Il comparto architettura e design, con 95 milioni di euro di valore aggiunto, segna un calo dell’11,2%, con 1.425 addetti (-8,4%) e 848 imprese (+4,0%). In flessione anche editoria e stampa, con 71 milioni di euro (-7,8%), 1.291 occupati (-1,7%) e 410 imprese (-3,8%), e il comparto audiovisivo e musicale, che registra una contrazione del 15,2% nel valore aggiunto e del 9,4% degli occupati.

Al contrario, alcuni settori mostrano segnali di vitalità. Le performing arts e le arti visive hanno visto un aumento del 5,7% del valore aggiunto, raggiungendo i 56 milioni di euro, con 1.011 occupati (+7,1%) e 243 aziende (+3,8%). Buoni risultati emergono anche nel settore della comunicazione, con un incremento del 4,8% del valore aggiunto a 44 milioni di euro e un aumento dell’occupazione del 6,5%, mentre le imprese rimangono sostanzialmente stabili. Notevole la crescita nel comparto della conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, con 23 milioni di euro (+4,5%) e 434 occupati (+14,8%) distribuiti in 20 aziende.

Questi dati confermano come, nonostante la flessione complessiva del settore culturale e creativo parmense, alcune filiere stiano registrando performance positive e rappresentino leve strategiche per l’economia locale. Parma, con la sua ricca tradizione culturale e creativa, continua dunque a puntare sull’innovazione e sulla valorizzazione dei comparti più dinamici, consolidando la propria identità come centro rilevante per la cultura e l’economia creativa in Emilia-Romagna.


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