La costante collaborazione tra le Sale Operative delle Forze di Polizia ha permesso, nella giornata del 10 dicembre, di denunciare in stato di libertà due uomini, di origine campana e di età compresa tra i 45 e i 50 anni, per il reato di ricettazione in concorso.
Intorno alle ore 12.50, la Sala Operativa della Questura di Parma veniva contattata da una pattuglia della Sottosezione di Polizia Stradale di Bologna, che aveva fermato un’autovettura Citroën C3 sull’autostrada A1, in direzione Sud, con a bordo due soggetti ritenuti sospetti.
Nel corso del controllo, i due uomini apparivano particolarmente agitati e insofferenti. Tale atteggiamento induceva gli operatori ad approfondire gli accertamenti, procedendo alla perquisizione del veicolo. All’interno dell’auto venivano rinvenuti circa 600 euro in contanti, numerosi monili in oro e tre telefoni cellulari.
Ulteriori elementi di sospetto emergevano dall’analisi del navigatore satellitare dell’autovettura, che riportava come destinazione una via di Parma priva di numero civico. Tale circostanza faceva ipotizzare un possibile collegamento con un recente episodio criminoso avvenuto nel capoluogo emiliano.
La Squadra Mobile di Parma, immediatamente coinvolta, avviava mirate attività investigative, concentrandosi sull’analisi dei monili sequestrati per individuarne il legittimo proprietario. Tra i preziosi veniva rinvenuta una fede nuziale con l’incisione “Luisa 25.03.1940”, particolare rivelatosi determinante per risalire all’identità della vittima.
Gli accertamenti consentivano di ricostruire che, nella mattinata dello stesso giorno, un’anziana residente in un condominio della zona Eurosia era stata vittima di una truffa telefonica. Intorno alle ore 10.30, la donna aveva ricevuto una chiamata da un sedicente appartenente alle forze dell’ordine che, prospettando una falsa rapina commessa dal marito, la induceva a consegnare denaro e gioielli.
La refurtiva veniva posta sotto sequestro e successivamente restituita alla legittima proprietaria. I due uomini, entrambi con precedenti di polizia, venivano infine denunciati in stato di libertà per il reato di ricettazione in concorso.

