La possibile riduzione delle autonomie scolastiche in Emilia-Romagna accende lo scontro tra Governo e Regione. La nomina di un commissario ad acta per tagliare 17 istituti ha fatto salire la preoccupazione, con famiglie, docenti e personale Ata pronti a difendere l’autonomia della scuola.
In questo quadro generale si inserisce con forza la situazione di Parma, dove l’ipotesi di accorpamento della Direzione didattica di via Fratelli Bandiera ha sollevato una netta opposizione da parte del Consiglio di Circolo, che rappresenta famiglie, docenti e personale Ata.
In una lettera inviata ai parlamentari eletti nel territorio, Comune, Provincia e Uffici scolastici, il Consiglio esprime “profonda preoccupazione e ferma contrarietà” a un piano ritenuto penalizzante e privo di basi pedagogiche.
A livello regionale, sindacati e istituzioni denunciano un attacco alla scuola pubblica: l’Emilia-Romagna, virtuosa, conta circa 530mila studenti distribuiti in 532 scuole, con una media di 994 alunni per istituto, superiore al parametro ministeriale di 938. In questo contesto, la richiesta di ridurre le autonomie appare ingiustificata e potenzialmente dannosa.
La Regione Emilia-Romagna, finora contraria ai tagli, è sostenuta da Flc Cgil, Cisl Scuola, Gilda e Snals, che denunciano come la riduzione delle autonomie sia iniqua e penalizzi in particolare territori urbani e aree interne.
A Parma, famiglie e scuola chiedono un confronto urgente per tutelare il diritto allo studio e la stabilità delle istituzioni educative.
Secondo i firmatari, l’accorpamento porterebbe alla creazione di istituti “giganti”, con oltre mille studenti, difficili da gestire e destinati a perdere identità e capacità di relazione con le famiglie. Un rischio concreto, soprattutto in un contesto urbano come quello parmense che, a differenza di altre aree del Paese, non registra un calo demografico. Il bacino di utenza della Direzione Didattica di via Fratelli Bandiera, inserita nel quartiere Molinetto, è infatti descritto come stabile e in crescita, con un numero di iscrizioni costante negli anni.
Tra le principali criticità segnalate c’è anche lo smantellamento dei servizi amministrativi: la perdita della segreteria e della dirigenza sul posto comporterebbe disagi per le famiglie, costrette a rivolgersi a sedi più lontane, e rischi occupazionali per il personale amministrativo e ausiliario. Un allarme condiviso anche dalle organizzazioni sindacali, che denunciano come i nuovi parametri sugli organici Ata, introdotti con la legge di bilancio, stiano già producendo carenze di personale e difficoltà nel garantire sicurezza, sorveglianza e inclusione.
Al centro della protesta parmense c’è anche la difesa della qualità didattica. La Direzione didattica di via Fratelli Bandiera ha sviluppato negli anni progetti di inclusione per alunni con Bes, Dsa e fragilità, oltre a una rete di collaborazioni con il territorio e la condivisione di spazi e laboratori tra i plessi. Un equilibrio che, secondo il Consiglio di Circolo, verrebbe compromesso da un accorpamento forzato.
Da Parma arriva ora un appello chiaro: fermare logiche di “taglio orizzontale” e aprire un confronto che tenga conto delle specificità territoriali.
Famiglie e scuole chiedono risposte e un incontro urgente, mentre lo spettro del commissariamento continua ad alimentare un clima di forte tensione attorno al futuro della scuola pubblica.

