Manifattura parmense, rallenta il calo produttivo e torna a crescere il fatturato

Segnali di miglioramento nel terzo trimestre 2025: produzione quasi stabile (-0,9%) e ricavi in aumento (+3,1%). Più difficile la situazione per l’artigianato, con tutti gli indicatori in flessione

di Tatiana Cogo

La manifattura parmense mostra segnali di tenuta e un primo, cauto, miglioramento dopo mesi difficili. Pur restando in territorio negativo sul fronte dei volumi produttivi, il sistema manifatturiero provinciale registra un deciso rallentamento del calo e una ripresa del fatturato, che torna positivo.

È quanto emerge dalle analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia, basate sull’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese. Dopo aver chiuso il primo semestre 2025 con una flessione della produzione del 3% e del fatturato dell’1,5%, i dati di fine settembre indicano una produzione in calo limitato allo 0,9% e un fatturato in crescita del 3,1%.

L’andamento dei settori è differenziato. Sul fronte della produzione, spiccano i risultati positivi della lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica e materiali edilizi), che cresce del 6,1%, e dell’industria dei metalli (+0,6%). In difficoltà restano invece tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (-2,2%), alimentari e bevande (-2,7%) e legno-mobile (-4,1%). Sostanzialmente stabili le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto (-0,1%).

Più incoraggiante il quadro del fatturato, che cresce in quasi tutti i comparti: alimentari e bevande segnano un +0,6%, tessile e abbigliamento +1,4%, meccanica ed elettrico con mezzi di trasporto +7,1%, industria dei metalli +0,7% e lavorazione dei minerali non metalliferi +6,3%. L’unica eccezione negativa resta il settore legno e mobile, che arretra del 4,2%.

Sul fronte degli ordinativi, il dato complessivo provinciale resta però in calo (-2,4%), in controtendenza rispetto al dato regionale (+0,4%), con una flessione anche degli ordini dall’estero (-1,9%). Nonostante questo, la solidità delle imprese parmigiane emerge dal portafoglio ordini, che garantisce 14,6 settimane di produzione, ben al di sopra della media regionale (11,8), e da un utilizzo degli impianti al 77,9%, contro il 74,3% dell’Emilia-Romagna.

Le previsioni per il quarto trimestre 2025 restituiscono un clima di prudente fiducia: il 60% delle imprese prevede una produzione stabile, il 31% un aumento e solo il 9% una diminuzione. Attese simili anche per ordinativi e mercati esteri, mentre sul fatturato il 32% delle aziende scommette su una crescita.

Più complessa, invece, la situazione dell’artigianato manifatturiero. A fine terzo trimestre 2025, le imprese artigiane registrano un calo della produzione del 2,8% e una flessione del fatturato dell’1,7%, con ordinativi in diminuzione dell’1,4%. Migliore, rispetto alla media regionale, la tenuta del portafoglio ordini (8,3 settimane contro 7,6) e il grado di utilizzo degli impianti (74,9% contro 69,9%).

Anche le previsioni restano improntate alla cautela: per il quarto trimestre, il 72% delle imprese artigiane ipotizza stabilità produttiva, ma cresce la quota di chi teme un calo di ordinativi e fatturato. Un quadro che conferma come, accanto ai segnali di ripresa della manifattura parmense, restino nodi irrisolti soprattutto per il tessuto più fragile dell’artigianato.


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