TeoDaily – Il Vangelo della Messa di mezzanotte, della notte di Natale, è il secondo capitolo di Luca, l’unico dei tre Vangeli canonici, previsti dalla liturgia di quel giorno che descrive la nascita di Gesù. L’evangelista Marco non tratta il tema della natività e passa a narrare la vita pubblica di Gesù.
Matteo si pone l’obiettivo di collocare il Salvatore, a pieno titolo nel popolo di Israele, proponendo una dettagliata genealogia. Giovanni nel Suo meraviglioso prologo, previsto per la Messa del giorno di Natale, con un pregnante contenuto teologico, parte dalla creazione, fino al “E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi..”; tanto importante da essere ripetuto nel rito tridentino della Messa come momento preliminare di ogni celebrazione eucaristica.
L’evangelista Luca descrive e colloca la natività di Gesù nell’asse dei tempi, nella storia, facendo ricorso ad elementi riscontrabili da tutti.
Vediamo in sintesi questi elementi nell’ordine in cui vengono proposti nel brano del Vangelo di Luca.
La nascita di Gesù viene collocata in corrispondenza di un censimento dell’intero Impero Romano, regnante Cesare Augusto; in questo modo viene determinato l’anno zero dell’Era Cristiana.
Cesare Augusto fu imperatore dal 30 a.C. al 14 d.C.. I Romani occuparono la Palestina meridionale, costituita in gran parte dal Regno di Giudea, oltre sessanta anni prima dei fatti descritti. Betlemme è una città della Giudea.
Il censimento aveva la funzione di stabilire ed aggiornare i registri delle imposte. Luca introduce un altro elemento per determinare il tempo esatto: 2Quando Quirinio era governatore della Siria…”. Nel testo evangelico si tratta di un censimento generale, riguardante tutto l’Impero, ma tale avvenimento non trova conferma nella storiografia; invece lo storico Giuseppe Flavio fa riferimento a un censimento riguardante la sola Giudea in seguito a una riorganizzazione delle province romane, proprio ai tempi del governatore Quirinio; Luca ha voluto trasferire su scala “mondiale” un avvenimento locale che però viene collocato nel 6 d. C.
Altre fonti, compreso il Vangelo di Matteo, sono in disaccordo con la determinazione nel tempo della natività che si desume dal racconto di Luca.
E’ importante rilevare che é la paternità putativa di Giuseppe a collocare Gesù nella tribù di Davide e a portare Giuseppe e Maria a trasferirsi dal domicilio di Nazaret in Galilea, nella città di origine della famiglia dello sposo, Betlemme. per farsi registrare dalle autorità romane occupanti.
Luca continua, nel secondo capitolo, descrivendo la nascita; il fatto che usi il termine “figlio primogenito” non significa che siano seguiti altri figli partoriti da Maria; con riguardo alla traduzione dal Greco del testo evangelico, tale temine vuole significare la dignità e i diriiti del fanciullo nato.
A chi viene dato l’annuncio della nascita del Salvatore? Chi sono i primi ad adorarlo?
Ad entrambe le domande la risposta é una sola: i pastori.
I pastori erano dei senza fissa dimora, l’ultimo gradino della scala sociale. I primi ad adorare Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, non sono i re, non sono i potenti, sono i più lontani dalla potenza e dalla ricchezza.
Il Cristianesimo, fin dal suo sorgere, è una rivoluzione perché sovverte il concetto di divino come era concepito prima del suo avvento.
Quindi il significato di quelle statuine, che nel presepe si mettono davanti alla grotta non è coreografico, solo ornamentale, ma costituisce la sostanza del messaggio cristiano.
Chi cerca di usare il presepe, contro segno identitario contro altri, dovrebbe riflettere prima di fare delle affermazioni gratuite, perché potrebbe fare un bel presepe ma senza leggere e interpretare la “Buona Novella”: il Vangelo.
Stefano Gelati
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