
La giunta elabori indirizzi e linee guida per difendere il diritto a esprimere le proprie idee, anche su temi sensibili e per evitare che i Comuni applichino i regolamenti in modo selettivo o ideologico.
È quanto chiede, con un’interrogazione in commissione Parità, il consigliere di Fratelli d’Italia Priamo Bocchi.
L’atto ispettivo parte da quanto accaduto nel Comune di Parma dove, con delibera di giunta del 13 giugno scorso, si è deciso di revocare l’accettazione di una commessa relativa a una campagna di affissione promossa dall’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, già pagata con 305 euro, e composta da cento manifesti con il messaggio: “RU486? Hai il diritto di saperlo. Emorragie, crampi, nausea, infezioni e danni psicologici sono rischi certificati. Non è ‘solo’ una pillola. Informati e riflettici”.
“La revoca – spiega Bocchi – è stata comunicata alla stessa associazione il 13 giugno, con una lettera nella quale si diceva che i contenuti dei messaggi travalicavano i limiti del canone della normale continenza espressiva tutelata dal diritto di espressione di cui all’art. 21 della Costituzione”.
“L’associazione, presente e attiva in tutta Italia – prosegue Bocchi – ha denunciato la scelta del Comune di Parma come una forma di censura ideologica supportata da motivazioni del tutto generiche e giuridicamente infondate. Una scelta potenzialmente lesiva della libertà di manifestazione del pensiero tutelata”. Bocchi ricorda anche “il principio di neutralità della pubblica amministrazione che impone agli enti locali di garantire pari trattamento e accesso non discriminatorio agli spazi pubblicitari comunali”. Inoltre “il messaggio veicolato non può essere considerato allarmistico o contraddicente le fonti ufficiali giacché riporta l’invito finale a informarsi e riflettere” evidenziando che “la stessa campagna è stata autorizzata in altri comuni come Fidenza e Bologna”.
A rispondere in commissione è stato l’assessore alla Sanità Massimo Fabi che ha ricordato come la Regione non abbia competenze nelle campagne di affissione dei Comuni che sono loro i titolari. Nel merito, però, Fabi è stato chiaro: quella in questione è una campagna stampa allarmistica i cui contenuti non corrispondono al vero visto che vorrebbero convincere le donne della pericolosità dell’utilizzo della pillola RU486, mentre si tratta di un farmaco utilizzato da oltre 30 anni e sicuro.