
Il Direttore d’orchestra parmigiano Leonardo Benazzi di Azione espone alcune delle sue idee, condivise con i cittadini anche nei tavoli di lavoro del candidato sindaco Dario Costi, per il rilancio della grande Musica a Parma e in provincia, non all’altezza degli standard internazionali per proposte artistiche ed incassi.
1) Il Teatro Regio di Parma deve riappropriarsi della sua autonomia produttiva musicale ed esecutiva in campo cittadino e provinciale al di fuori di giochi di potere e di spartizione delle sue attività da parte del potere centrale di Capoluogo di Regione e Regione. Come disposto infatti dalla Legge n.800 del 14/08/67 Gazzetta Ufficiale 16/09/67 n.233 Art.28 in materia di regolamentazione degli Enti lirici e delle attività musicali:
“I teatri di tradizione e le istituzioni concertistico-orchestrali hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare attività musicali che si svolgano nel territorio delle rispettive Province.” Tale legge nell’ultima Amministrazione non è stata assolutamente ottemperata e il non averlo fatto ha seriamente danneggiato la vita musicale ed artistica di tutta la città e della provincia.
2) Istituire un’Orchestra giovanile under 30 in residenza al Teatro Regio battezzandola “Orchestra Giovanile Giuseppe Verdi” attraverso l’indizione di regolari Bandi di concorso Internazionali e a scadenza quadriennale, convocando per i processi di selezione alcune tra le prime parti delle Orchestre più prestigiose d’Italia ed internazionali e dotarla di una Direzione Musicale stabile, di valore ed allineata al progetto sia in termini di tempo spendibile che di dedizione al progetto stesso.
Conferire al Teatro Regio un/una Sovrintendente in linea con una progettualità virtuosa a lungo termine e con lo sviluppo della neo-orchestra in residenza succitata, rispettando la consequenzialità e crescita del Festival Verdi verso lidi internazionali e all’altezza del nome che porta.
3) Restituire significato al nome di Giuseppe Verdi. Si necessaria una completa riorganizzazione del Festival Verdi portandolo su asset strategici internazionali di primo livello che al momento non vedono Parma ed il suo teatro come protagonisti nel mondo. Incrementare co-produzioni lirico-sinfoniche con le maggiori Istituzioni internazionali che hanno Verdi abitualmente nella loro programmazione, come ad esempio Teatro alla Scala di Milano e Metropolitan Opera di New York. Puntare sui “valori” verdiani e non su prodotti che puntino allo scandalo o al fare parlare di sè con trovate pubblicitarie per sopperire a una carenza artistica. Individuare un altro periodo dell’anno per il Festival che non sia l’infelice settembre/ottobre, non stimolante per flussi di pubblico e turistici internazionali.