Mit, diga di Vetto: alta l’attenzione su iter e risorse

Riunione operativa con Salvini, Orlandini, Gava e Pellegrini: accelerazione decisiva verso l’approvazione del Docfap e l’avvio della fase realizzativa dell’opera strategica per la Val d’Enza

di Tatiana Cogo

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ospitato una riunione operativa di particolare rilievo dedicata all’avanzamento della Diga di Vetto, un’infrastruttura idrica attesa da decenni e ritenuta strategica per la Val d’Enza.

L’invaso, progettato con una capacità di almeno 86 milioni di metri cubi d’acqua, rappresenta un tassello fondamentale per garantire approvvigionamento stabile agli usi agricoli, civili e industriali e per rafforzare la sicurezza idraulica del territorio attraverso un più efficace controllo delle portate, la mitigazione del rischio alluvioni e una gestione sostenibile delle acque piovane.

All’incontro, convocato dal vicepresidente del Consiglio e ministro Matteo Salvini, hanno preso parte il commissario straordinario Stefano Orlandini, la viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava e l’ingegnera Elisabetta Pellegrini, coordinatrice della Struttura Tecnica di Missione del MIT.

Nel corso della riunione il ministro Salvini ha confermato l’impegno del Dicastero nel garantire tutte le risorse necessarie per completare la fase progettuale e assicurare l’avvio dei lavori, con l’obiettivo di imprimere una spinta decisiva a un’iter che da anni attende il passaggio alla fase realizzativa.

Dopo un lungo percorso segnato da tentativi, revisioni e approfondimenti, il dossier compie un passo concreto in avanti: a seguito dell’approvazione preliminare del documento di valutazione delle alternative progettuali è stato avviato il dibattito pubblico, momento fondamentale per la condivisione e la trasparenza dell’intervento.

Entro febbraio 2026 è prevista l’approvazione definitiva del Docfap, fase indispensabile per procedere alla realizzazione del progetto di fattibilità tecnico-economica e aprire la strada alla successiva fase autorizzativa che dovrà portare all’avvio dei lavori di un’opera ritenuta cruciale per la resilienza idrica regionale e nazionale.


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