Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma, nel corso di specifici controlli in materia di sicurezza prodotti e per la tutela dei consumatori, intensificati in vista delle prossime festività natalizie, ha sequestrato 54.264 articoli pirici, tra i quali bengala, petardi e fontane pirotecniche posti in vendita senza autorizzazioni e custoditi in violazione delle norme di sicurezza, nonché 235 peluche “Labubu” contraffatti.
Nel corso dell’operazione, i militari del Gruppo Parma hanno effettuato l’accesso simultaneo presso due empori, facenti capo alla medesima gestione, uno situato nel centro cittadino e l’altro a Felino, rinvenendo giochi pirici e fuochi d’artificio detenuti e commercializzati senza le necessarie licenze.
Nel corso delle ispezioni sono stati anche trovati i famosi peluche Labubu che per prezzi praticati, fattezze e packaging hanno immediatamente destato sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I finanzieri hanno, quindi, proceduto ad una approfondita perquisizione, estesa anche al magazzino di uno dei negozi, rinvenendo ulteriore materiale pirotecnico, stoccato in condizioni pericolose e non conformi alla stringente normativa sulla sicurezza e numerosi altri pupazzetti nati dall’idea di un artista di Hong Kong e commercializzati in tutto il mondo dal colosso dei giocattoli Pop Mart.
Tutta la merce rinvenuta è stata sottoposta a sequestro e concentrata presso il Comando di via Torelli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Per tali condotte, il titolare dei due esercizi è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Parma per i reati di introduzione nello stato e commercio di prodotti con segni falsi (punito con la reclusione da uno a quattro anni), ricettazione (punita con la reclusione da due ad otto anni) e commercio abusivo di materie esplodenti (punito con l’arresto fino a diciotto mesi).
L’operazione si inserisce nel quadro delle attività costantemente svolte dalla Guardia di Finanza di Parma per la salvaguardia della sicurezza dei cittadini e per il contrasto della diffusione di prodotti contraffatti, indispensabile per la tutela del mercato e della sana e leale concorrenza.
Si evidenzia che i provvedimenti in parola sono stati adottati sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare e, pertanto, in attesa di giudizio definitivo sussiste la presunzione di innocenza.


