† Il mio racconto del Giubileo degli amministratori 2025 e qualche considerazione su Leone XIV (di Alessandro Gattara)

SMA MODENA
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Rubrica TeoDaily – Per i Sindaci e gli Amministratori italiani il programma del Giubileo è stato organizzato dal Dicastero per l’Evangelizzazione della Città del Vaticano e dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 giugno dedicate al Giubileo dei Governanti e degli Amministratori 2025. Una piccola delegazione del Comune di Roccabianca, composta da Sindaco, Vicesindaco e Assessore ai Servizi Sociali, è arrivata a Roma il venerdì.

Il nostro Giubileo è iniziato, di fatto, con l’esclusione dall’Udienza inizialmente prevista nel programma ufficiale presso l’Aula delle Benedizioni (ovvero la Sala dietro alla Loggia da cui si affaccia il Papa per le benedizioni Urbi et Orbi). L’Udienza si è tenuta alla presenza di settecento legislatori e governanti di 68 Paesi ed ha potuto includere solo una piccolissima rappresentanza dei Sindaci italiani.

Il Giubileo dei Sindaci italiani è iniziato, quindi, da Piazza Pia, all’inizio di Via della Conciliazione, con il Pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro. Dopo quasi due ore in coda tra la folla siamo entrati nella Basilica, attraversando la Porta Santa, mentre la Santa Messa era iniziata da tempo e già tutti ci trovavamo inevitabilmente sparsi, tuttavia facilmente riconoscibili dalla fascia tricolore. La Basilica era gremita di fedeli e di turisti da tutto il mondo e noi abbiamo trovato posto nel Transetto Settentrionale, abbastanza vicini alla Confessione e all’Altare.

Al pomeriggio in Campidoglio e la sera in Piazza San Pietro si sono tenuti altri appuntamenti politici e culturali.

Il Giubileo è ripreso il giorno seguente in Piazza San Pietro con l’Angelus e poi con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre sul sagrato di San Giovanni in Laterano. A seguire poi, se non avessimo avuto il treno di ritorno, la processione fino a Santa Maria Maggiore.

 

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Tre delle quattro Basiliche papali di Roma hanno ospitato, quindi, il Giubileo dei Governanti e degli Amministratori, un’occasione unica e bellissima per rinnovare il proprio impegno spirituale, rafforzare la propria fede e rinsaldare i legami tra le intenzioni e le azioni della vita politica per chi trova nel cattolicesimo il riferimento e il motore spirituali per l’esercizio della propria funzione pubblica.

I messaggi del Santo Padre sono stati diversi. Ne cito solo alcuni, per me più significativi: “L’azione politica è stata definita da Pio XI, con ragione, «la forma più alta di carità» (questa è in assoluto la prima cosa che il Papa ha detto all’Udienza del sabato)”; “Promuovere e tutelare, al di là di qualsiasi interesse particolare, il bene della comunità, il bene comune, specialmente in difesa dei più deboli ed emarginati” (Come sottolineava Leone XIII nell’enciclica Rerum Novarum); “Come scrive Sant’Agostino, Cristo è un pane che nutre e non viene meno; un pane che si può mangiare ma non si può esaurire”; “Insieme, pastori e gregge, ci nutriamo del Santissimo Sacramento, lo adoriamo e lo portiamo per le strade. Così facendo, lo porgiamo allo sguardo, alla coscienza, al cuore della gente. Al cuore di chi crede, perché creda più fermamente; al cuore di chi non crede, perché si interroghi sulla fame che abbiamo nell’animo e sul pane che la può saziare” (così il Papa ha concluso l’Omelia alla Santa Messa di domenica pomeriggio).

Ma il Giubileo non è solo l’occasione per vivere appieno e da vicino il rito cattolico o per ascoltare di persona le parole del Santo Padre, è soprattutto un’occasione di riflessione personale per un cristiano.
Vorrei qui censurare la mia riflessione personale e condividere, invece, alcune mie riflessioni che riguardano in particolare il mio convincimento nel fare politica oggi.

Per un cattolico fare politica dovrebbe essere naturale, qualcosa da compiersi non solo quando si viene eletti per svolgere particolari funzioni di responsabilità sociale. Si può fare politica anche senza essere eletti e al di fuori dei partiti politici.

La politica locale — in primis svolgere la funzione di Sindaco o di Consigliere Comunale — è una forma nobilissima di fare politica, proprio perché è a diretto contatto con le necessità delle persone più bisognose e con i problemi più contingenti della popolazione. Diversamente dalla politica nazionale, alla politica locale non sono concesse lunghe derive populistiche o demagogiche. I limiti e i confini della realtà fanno i conti ogni giorno con la tentazione di conquistare il consenso e il potere fine a sé stesso. Coerenza e unità d’intenti rispetto alle promesse annunciate, alle priorità e ai programmi stabiliti sono l’unica via per progredire.

Papa Leone XIV ha scelto il proprio nome in continuità con Leone XIII, il fondatore della Dottrina Sociale della Chiesa (con l’enciclica Rerum Novarum del 1891). Il motto scelto dal Santo Padre per caratterizzare il suo magistero è “In Illo uno unum”, ovvero “In Lui [Cristo], siamo uno”. Ogni azione di impegno politico trova la sua radice nell’interiorità, per fare politica in modo giusto, umano e intelligente, fino alla responsabilità di costruire un “noi”, “con” e “per” gli altri al tempo stesso.

La mia aspettativa per questo nuovo Pontificato è molto alta, in parte anche perché avverto molta necessità ed urgenza, ma le premesse sono tutte favorevoli per iniziare con rinnovato spirito e vigore quanto iniziato tanto tempo fa.

Il Giubileo dei Governanti e degli Amministratori ha sottolineato come la vera forza della politica risieda nei valori fondamentali di giustizia, solidarietà e rispetto della dignità umana. È stato un momento di riflessione collettiva su come le nostre azioni possano contribuire al bene comune, fedele agli insegnamenti di Cristo e alle parole di Papa Leone XIV, che ci invitano a essere uniti in Lui, e a lavorare per un mondo più giusto e fraterno.

La sfida, ora come sempre, è di mantenere viva questa visione all’interno delle nostre amministrazioni, di coltivarla nelle decisioni quotidiane e di continuare a promuovere una cultura del servizio e dell’amore per il prossimo. Solo attraverso un impegno condiviso e ispirato da principi universali possiamo sperare di costruire società più umane, capaci di rispettare e aiutare tutti, specialmente i più deboli.

Mi auguro che il cammino intrapreso durante questo Giubileo possa essere per i tanti Sindaci italiani presenti e per i Governanti di tutto il mondo un richiamo a rinnovare il nostro senso di responsabilità, di fede e di speranza, per un futuro in cui politica e spiritualità si incontrino e procedano in un’unica, grande missione.

Alessandro Gattara
Sindaco del Comune di Roccabianca