Per settimane – denuncia la consigliera Maria Federica Ubaldi – la Sala Civica di via Cimabue, nel quartiere Montanara, è rimasta inutilizzabile a causa del malfunzionamento dell’impianto di raffrescamento/riscaldamento. Parliamo di uno spazio appena riqualificato e inaugurato nel 2022 come luogo di partecipazione e incontro per i cittadini. Un luogo che, invece, fin da subito ha però mostrato criticità nella sua impiantistica.
Ubaldi sottolinea come la manutenzione e il controllo degli immobili comunali risultino spesso carenti e non adeguati. Il problema della Sala Civica non è quindi solo un guasto tecnico, ma il segnale di una gestione insufficiente che rischia di vanificare investimenti importanti – come i 3,3 milioni destinati al recupero del Podere Cinghio – e di compromettere la partecipazione e la vita dei quartieri.
«L’Amministrazione – ricorda la consigliera – dice di aver effettuato una verifica dell’impianto di riscaldamento nei primi giorni di novembre. Ma gli impianti cittadini possono essere riaccesi dal 15 ottobre: sarebbe stato più doveroso programmare i controlli prima della data prevista per l’attivazione, non dopo. Solo così si sarebbe garantita la piena fruibilità della struttura».
E il disagio non riguarda solo il riscaldamento. «L’ascensore della stessa struttura – continua Sara Mingolla, referente Quartiere Montanara per Civiltà Parmigiana – è rimasto fuori uso per diversi mesi dopo l’inaugurazione impedendo l’accesso a persone con disabilità e ridotta mobilità. Non è accettabile che un edificio pubblico ristrutturato e finanziato con risorse comunali presenti problemi così gravi e prolungati».
A questo si aggiunge un’altra perplessità: «Se erano già noti i problemi dell’impiantistica in via Cimabue, perché destinare 70 mila euro al recupero dei locali di Largo 8 Marzo – locali che, ricordiamo, non erano più nell’elenco delle sale civiche e non erano utilizzati – invece di dare priorità a una struttura riconosciuta dallo stesso Assessore come “vissuta nell’intera giornata”?».
Ubaldi conclude con un appello semplice, ma essenziale:
«Si parla tanto di partecipazione e valorizzazione dei quartieri, ma le strutture pubbliche restano inutilizzabili proprio quando associazioni e cittadini ne hanno più bisogno. In autunno e inverno cresce la richiesta di spazi al chiuso, fondamentali per le attività civiche e associative. Per questo chiediamo chiarezza un piano di controlli periodici che eviti il ripetersi di disagi che si potrebbero prevenire».


