Accordo contro le discriminazioni di genere

SMA MODENA

24/06/2011
h.16.40

Le Consigliere provinciali di parità di Parma e Cgil, Cisl e Uil contro le discriminazioni di genere. È l’idea di fondo di un protocollo d’intesa firmato oggi in Provincia in un incontro che per le nuove consigliere, Cecilia Cortesi Venturini (titolare) e Aldina Bocchi (supplente), ha costituito anche la prima uscita ufficiale dopo la nomina.
Si tratta di un accordo di estrema rilevanza, che punta a favorire la piena applicazione della normativa in materia di parità e di pari opportunità tra uomo e donna, per prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione di genere. Tra gli obiettivi quello di sviluppare iniziative ad hoc per mettere in moto un circuito virtuoso che coinvolga tutti gli attori nella rimozione dei meccanismi discriminatori.
In particolare il protocollo, che ha durata di 3 anni, ha lo scopo di attivare una collaborazione fattiva tra le consigliere di parità e le organizzazioni sindacali in tema di discriminazioni nel mondo del lavoro.
Questo accordo chiude il ciclo di una serie di altri realizzati in questi anni sul tema della tutela delle donne e della lotta alle discriminazioni di genere. L’obiettivo rimane quello di dare una mano alle donne in difficoltà nel mondo del lavoro a causa delle discriminazioni. Abbiamo ritenuto fondamentale avere una rete a sostegno delle donne, quindi soprattutto un rapporto forte con le organizzazioni sindacali proprio perché sono le prime ad avere un contatto diretto con le lavoratrici”, ha spiegato la consigliera Cecilia Cortesi Venturini, che si è soffermata in particolare sul fenomeno delle dimissioni dal lavoro delle mamme nel primo anno di età del figlio: “Un fenomeno che anche nel nostro territorio è in aumento. Nel 2010 sono state 203, quindi circa 17 al mese, nel 2011 già 58 in tre mesi. Più la crisi economica colpisce il territorio, più le donne escono dal mondo del lavoro”.
Non c’è niente da dire, parlano i fatti: fare figli nella nostra società è penalizzante. Mi chiedo se veramente si può continuare così”, ha commentato la consigliera supplente Aldina Bocchi, che dell’intesa alla base del protocollo ha detto: “Più la rete si allarga e meglio è. Sappiamo che la condivisione di obiettivi è fondamentale per sostenere questo percorso; un percorso importantissimo, perché la maternità è un valore che deve essere tutelato e incentivato e non penalizzato”.
Per Valentina Anelli della Cgil “l’aspetto più eclatante sono le dimissioni. Quando le lavoratrici rientrano dalla maternità e magari si vedono negata una riduzione dell’orario, o anche assegnato un rimansionamento, si trovano nelle condizioni di abbandonare il posto di lavoro. A Parma questi casi stanno diventando sempre più numerosi: bisogna cercare di metterci un freno. Anche attraverso accordi come quello di oggi – ha spiegato – si riesce a rafforzare la collaborazione per rimuovere le discriminazioni cui troppo spesso le donne incorrono nei luoghi di lavoro”. Non si agirà solo sugli episodi già conclamati: “Il protocollo – ha osservato Angela Calò della Cisl – mira anche alla prevenzione, con la promozione di attività di formazione specifiche. È un’intesa importante, ma è importante anche che nelle donne “passi” una cultura verso situazioni di questo tipo: è utile lavorare anche su questo”.

Diversi gli impegni che il protocollo assegna alle consigliere. Tra questi:
– organizzare percorsi formativi per gli operatori dei sindacati, per permettere loro di acquisire competenze ed informazioni utili a riconoscere e segnalare casi di discriminazione di genere nei luoghi di lavoro;
– di concerto con i sindacati, attivare percorsi di divulgazione e conoscenza sui temi dei diritti del lavoro e della tutela alla maternità e della parità, contro le discriminazioni di genere con particolare riferimento al rientro al lavoro dopo la maternità;
– dare informazione e consulenza per le imprese nell’elaborazione di progetti di flessibilità in favore della conciliazione e nell’accesso ai finanziamenti ex art. 9., legge 53/2000;
– coadiuvare e sostenere i sindacati firmatari nell’ elaborazione di proposte progettuali di azioni positive per la conciliazione;
– fornire periodicamente ai sindacati i dati di cui le consigliere dispongono sull’andamento del mercato, con particolare riferimento all’occupazione femminile;
– informare i sindacati sulle novità legislative regionali, nazionali, europee anche in materia di salute e sicurezza;
– monitorare e fornire dati aggiornati sulle dimissioni delle lavoratrici madri durante il primo anno di vita del bambino.

Tra gli impegni dei sindacati, invece:
– svolgere un’azione di informazione sulla Consigliera di Parità e sulla legislazione in materia di pari opportunità/discriminazioni di genere;
– segnalare alle consigliere di parità le necessità di formazione degli operatori sindacali
– segnalare situazioni individuali (con il consenso dell’interessata/o) e realtà aziendali nelle quali sono presenti squilibri di genere, anche per progettare percorsi di azioni positive;
– proporre una tutela alla lavoratrice/lavoratore oggetto di discriminazione, col supporto e l’azione delle consigliera di parità;
– sostenere politiche di genere nella contrattazione territoriale/aziendale.

Le consigliere provinciali di parità: ruolo e funzioni
Le consigliere di parità, effettive o supplenti, svolgono funzioni di promozione e controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per donne e uomini nel lavoro. Sono pubblici ufficiali, il loro mandato dura quattro anni ed è rinnovabile solo una volta.
Nella loro funzione le consigliere di parità si rivolgono alle donne che hanno subito discriminazioni sul lavoro, che vogliono avere più informazioni sui loro diritti, che vogliono sapere a quali enti e organizzazioni possono rivolgersi per accedere alla formazione professionale.
Le loro competenze: favorire l’uguaglianza sostanziale tra donna e uomo nell’accesso al lavoro e sui luoghi di lavoro mediante la promozione di azioni positive; vigilare affinché negli ambienti di lavoro non si verifichino discriminazioni nei confronti delle donne e favorire una organizzazione del lavoro volta alla realizzazione di pari opportunità; promuovere una diversa organizzazione del lavoro per un equilibrio tra responsabilità familiari e professionali e per la condivisione di tali responsabilità tra i due sessi; eliminare le disparità di cui le donne sono oggetto nell’accesso alla formazione, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa e nei periodi di mobilità; incentivare l’accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale.

Tra i progetti delle consigliere Cecilia Cortesi Venturini e Aldina Bocchi per questo mandato:
– promozione di progetti di azioni positive per la valorizzazione delle competenze femminili nei settori e nei profili innovativi e specialistici
– promozione di progetti per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro
– promozione di iniziative di sostegno alla carriera esterna dei giovani e la riduzione dei rischi di precarizzazione
– monitoraggio della rappresentanza politica ed istituzionale in applicazione dell’art. 51 della Costituzione che prevede azioni positive nelle cariche elettive e maggior accesso alla rappresentanza politica delle donne
– sostegno delle donne che agiscono in giudizio per la tutela antidiscriminatoria, sia individuale che collettiva, con coinvolgimento della consigliera regionale.