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23/11/2011
h.18.00
Il futuro dell’inceneritore di Parma e’ meno solido. L’Antitrust, in un parere emanato in risposta alla segnalazione avanzata a luglio scorso dal comitato per la gestione corretta dei rifiuti, sposa la tesi degli ambientalisti. A dare la notizia è l’Agenzia Dire.
“Raggiunta la naturale scadenza dell’affidamento alla societa’ Iren Emilia (19 dicembre 2011)”, si legge nell’ultimo bollettino Agcm, l’Authority ritiene che “il nuovo affidamento per la gestione integrata dei rifiuti in provincia di Parma debba avvenire con procedure competitive ad evidenza pubblica”.
Procedure che, secondo i tecnici dell’Antitrust, vanno eseguite anche per l’impianto termovalorizzatore di Uguzzolo, che rientra nel ciclo di riutilizzo dei rifiuti.
Non e’ certo la fine per il contrastato progetto dell’inceneritore, perche’ la segnalazione dell’Antitrust non ha valore prescrittivo. Ma la posizione dell’Authority non manchera’ di scatenare nuove polemiche nel centrosinistra alla vigilia delle primarie di coalizione che nel forno di Uguzzolo vedono uno dei principali argomenti di discussione. Proprio sul si’ o no all’inceneritore si stanno dividendo i primi candidati.
Nel parere l’Agcm contesta l’affidamento senza gara ad Iren (avvenuto nel 2004) non solo delle attivita’ di smaltimento ma anche quelle di riciclaggio e recupero, e ricorda che il 19 dicembre scade la convenzione tra la multiutility e Ato 2 per la gestione integrata dei rifiuti. Per allora raccomanda che “il nuovo affidamento debba avvenire con procedure competitive ad evidenza pubblica”, in quanto il regime transitorio previsto dal Decreto legge 138 del 2011 non si applica al caso specifico di Parma. Insomma: la gara s’ha da fare, e, secondo i tecnici dell’Autorita’, dovrebbe coinvolgere anche l’inceneritore.
Il Garante della concorrenza si e’ occupato del caso all’inizio di settembre, quando ha esaminato alcune segnalazioni in cui si prospettavano “distorsioni” alla normativa che regola il libero mercato. In particolare le lamentele riguardavano l’ampliamento senza gara, nella convenzione stipulata con Ato 2 nel 2004, del perimetro di attivita’ di competenza della societa’ affidataria, Amps, oggi assorbita da Iren. Il legislatore ha infatti stabilito che i Comuni dispongono di una privativa generale per la gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilati (Rsu) relativa alle attivita’ di raccolta, trasporto e smaltimento, ma che tale privativa non si estende alle attivita’ di recupero e riciclaggio di tali rifiuti.
Nel 2004 pero’ all’attuale Iren sarebbero state assegnate in maniera diretta anche le attivita’ di recupero e riciclaggio dei rifiuti, che il legislatore fin dal 2002 ha disposto fossero aperte alla libera concorrenza, in considerazione della natura di bene economico del rifiuto trattato.
Quindi, fa notare l’Agcm, una procedura ad evidenza pubblica sarebbe stata necessaria anche per l’assegnazione del servizio legato al riciclo dei rifiuti. C’e’ pero’ di piu’: nel parere, l’Antitrust segnala che “raggiunta la naturale scadenza dell’affidamento alla societa’ Iren Emilia (19 dicembre 2011) il nuovo affidamento per la gestione integrata dei rifiuti in provincia di Parma debba avvenire con procedure competitive ad evidenza pubblica”.
E “confida” che i principi concorrenziali formulati nella segnalazione “possano essere tenute in debita considerazione, allo scopo ultimo di non ostacolare lo sviluppo effettivo della concorrenza nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani e asimilati nella regione Emilia-Romagna, con specifico riferimento alla provincia di Parma”.
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