
21/02/2012
h.10.30
Intervista alla dottoressa Maria Concetta Niccoli, Specialista in Otorinolaringoiatria, libera professionista impiegata presso il Centro Medico Polispecialistico Spallanzani e la Casa di Cura Piccole Figlie di Parma.
Che cosa è la rinite allergica, ai più nota come raffreddore da fieno?
“E’ una patologia di frequente riscontro. Rinite è una parola composta da rino che significa naso, e dal suffisso -ite- che significa infiammazione. In sostanza, la rinite allergica è perciò, come dice il termine, un’ infiammazione provocata dalla reazione della mucosa del naso a determinate sostanze”.
E’ una patologia diffusa?
“Assolutamente, rappresenta la più comune patologia cronica dell’adulto e del bambino; basti pensare che negli Stati Uniti vengono colpiti oltre 50 milioni di individui all’anno. Tuttavia, la frequenza totale della popolazione mondiale affetta da rinite allergica, è superiore al 10%; è anche vero che il dato potrebbe essere sottostimato in quanto capita spesso che i sintomi vengano sottovalutati sia dal soggetto che ne è affetto che dal medico stesso”.
Qual è il meccanismo di azione della rinite allergica?
“Brevemente, si tratta di una reazione antigene-anticorpo, nel corso della quale mediatori flogistici causano una vasodilatazione. Non è sempre facile distinguere la rinite allergica dalla rinite infettiva causata da batteri o virus, si deve sospettare la natura allergica quando la comparsa dei sintomi non consegue ad infezioni delle vie aeree, se compaiono in primavera ed estate, se le recidive sono superiori ai 5 eventi all’anno, se si identificano ritmi cronologici che dipendono dall’allergene in causa”.
Esiste un sintomo caratteristico che è riscontrabile a chi soffre di questa patologia?
“Certo, il sintomo più caratteristico è la “starnutazione a salve e ripetuta” in cui il paziente lamenta una rapida successione di starnuti, con conseguente lacrimazione agli occhi e prurito al naso. Ma la manifestazione clinica comprende anche uno o più dei seguenti sintomi:
– congiuntivite, cioè infiammazione dell’occhio caratterizzata da bruciore e lacrimazione, accompagnata nei casi più gravi da dolore agli stimoli luminosi (fotofobia);
– rinorrea acquosa, cioè fuoriuscita di liquido dal naso e prurito nasale; tale disturbo può provocare irritazione della cute del naso e del labbro superiore;
– ostruzione nasale, questo disturbo è inizialmente intermittente o più accentuato la sera e la notte ed in seguito può comportare complicanze a livello dei seni paranasali con cefalea, o delle tube di Eustachio dell’orecchio e conseguente otalgia (dolore all’orecchio) e difetti dell’udito;
– cefalea;
– tosse notturna presente nei bambini senza una chiara correlazione ad una patologia infettiva”.
Chi soffre di rinite allergica?
“Può colpire chiunque. L’insorgenza è più comune nell’adolescenza, ma può comparire a qualsiasi età. I ragazzi che soffrono di pollinosi hanno spesso congiuntivite per un paio d’anni prima di sviluppare la vera rinite allergica”.
Esistono varie tipologie di riniti allergiche, che si manifestano in modo ciclico in vari periodi dell’anno, a seconda della esposizione di un soggetto a una particolare sostanza allergena?
“Sì, è proprio così. La “pollinosi primaverile” è dovuta a pollini di alberi, quali ad esempio la quercia, l’olmo, l’ontano, l’acero, la betulla, il pioppo nero . L’esposizione ai pollini in primavera è di breve durata per alcune specie: mentre alcuni pollini pesanti non sono portati dal vento molto lontano, i pollini più leggeri dispersi dal vento cominciano ad essere disseminati non prima di agosto e continuano fino alle prime gelate d’autunno. La “pollinosi estiva” è dovuta pollini di erbe, quali ad esempio gramigna, capriola, codolina, erba, primaverile dolce, frutteti, ed a pollini di erbe selvatiche come l’acetosella e la piantaggine. La “pollinosi autunnale” è dovuta a pollini di erbe selvatiche come l’ambrosia”.
Come fare una diagnosi?
“Rivolgersi a uno specialista, serio e di comprovata professionalità, che sarà in grado di effettuare un’anamnesi precisa sul paziente ed un esame obbiettivo, in genere io consiglio ed eseguo la rinofibroscopia. Mi preme ricordare che questo esame diagnostico attraverso lo strumento del rinofibroscopio, non è invasivo ed è adatto ai neonati come agli ultranovantenni, permette in tempi rapidi e senza conseguenze per il paziente, di avere chiare informazioni sulla presenza o assenza di particolari patologie, non solo rinite allergica, ma poliposi nasali, ipertrofia dei turbinati, riniti vasomotorie, … in alcuni casi inoltre, la rinite acuta o rinosinusite può comportare sordità dovuta ad accumulo di catarro nell’orecchio”.
Qualora la diagnosi venga effettuata dopo un lungo periodo di tempo possono esserci delle complicanze?
“Da una rinite allergica trascurata troppo a lungo, si può arrivare a patologie maggiormente negative, tra cui: asma bronchiale, sinusite cronica; otite media sierosa; difetti dell’udito; poliposi nasale; alterato dello sviluppo del massiccio facciale, di particolare rilevanza nel bambino”.
Che consigli terapeutici ci può indicare, per bloccare sul nascere la rinite allergica?
“In primis, esporsi il meno possibile agli allergeni; tuttavia una completa prevenzione è impossibile, soprattutto per i pollini trasportati nell’aria. È di fondamentale importanza effettuare un’accurata bonifica igienico-ambientale: tenere le finestre chiuse nei periodi a rischio, cambiare e pulire i filtri del riscaldamento e del condizionamento d’aria, evitare ambienti polverosi. Ridurre l’umidità all’interno dell’abitazione, effettuare la disinfezione con cloro delle zone infette da muffe e allontanare oggetti contaminati quali tappeti. Inoltre è importante utilizzare i farmaci in modo tempestivo allo scopo di contrastare il carattere cronico della flogosi della mucosa nasale, in tal modo impedendo il virare del quadro clinico, inizialmente stagionale, ad una forma perenne. Tra i farmaci che più spesso prescrivo, vi sono i cortisonici e gli antistaminici. In caso di ostruzione marcata delle fosse nasali, con difficoltà respiratoria grave, si può ricorrere, anche all’intervento chirurgico disostruttivo, optando per una delle due strade possibili: intervento eseguito previa anestesia generale standard o previa anestesia locale. In quest’ultimo caso, si ricorre a nuove tecniche mini-invasive di chirurgia e si è dimessi in day-hospital”.
Tommaso Villani
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