Un’amicizia nata sui social si è trasformata in un incubo per un uomo di 65 anni, che dopo un incontro apparentemente innocuo è stato narcotizzato e derubato nella propria abitazione. Nei giorni scorsi i Carabinieri della Stazione di Sala Baganza hanno tratto in arresto C.E., classe 1991, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Parma, su richiesta della Procura della Repubblica. La donna è gravemente indiziata del reato di rapina.
L’indagine, condotta con rapidità e precisione, ha preso il via lo scorso maggio, quando la vittima ha denunciato di essere stata derubata da una donna conosciuta con il nome di “Simona” su Facebook. Dopo circa venti giorni di scambi via chat e WhatsApp, l’uomo aveva invitato la donna a casa sua. Erano le 23 di un martedì quando lei si è presentata. Dopo aver consumato insieme un caffè e una birra, l’uomo ha perso conoscenza, risvegliandosi ore dopo in stato confusionale, probabilmente a causa di una sostanza narcotizzante.
Al suo risveglio, ha scoperto il furto di 400 euro in contanti, gioielli in oro e argento, il telefono cellulare e numerose borse griffate. Ancora disorientato, si è recato dai Carabinieri per denunciare l’accaduto. Le sue condizioni fisiche, caratterizzate da sonnolenza estrema e difficoltà a reggersi in piedi, hanno richiesto l’intervento del 118 e il successivo ricovero al pronto soccorso dell’Ospedale di Parma.
I militari, coordinati dalla Procura, hanno avviato un’indagine approfondita partendo dalla descrizione della donna fornita dalla vittima. Attraverso rilievi tecnici e l’analisi dei transiti veicolari nella zona dell’abitazione, sono riusciti a individuare un’autovettura sospetta e, da lì, a risalire all’identità dell’indagata.
Il gip, valutati i gravi indizi raccolti e il rischio concreto di reiterazione di simili condotte, ha disposto la custodia cautelare in carcere. La donna è stata infine rintracciata in un piccolo comune della Puglia, dove si era trasferita temporaneamente e arrestata dai Carabinieri.
È importante sottolineare che la donna, sebbene destinataria della misura cautelare, è da considerarsi presunta innocente fino a sentenza definitiva, secondo il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.

