Roccabianca, gli ottant’anni della Cooperativa Bruno Buozzi. Intervista alla vicepresidente Federica Sani

di AndreaMarsiletti2

Compie ottanta anni la Cooperativa Bruno Buozzi s.c.r.l. di Roccabianca, oggi con solidissime basi nel panorama dell’edilizia parmense ed una lunga storia di affidabilità e professionalità che guidano ancora il percorso di crescita e sviluppo.

La sua costituzione, il 5 ottobre 1945, vide muratori, manovali, braccianti e boscaioli aderire a sollecitazione delle istituzioni, che misero a disposizione aree demaniali nella golena del Po, per sviluppare lavori di silvicultura ed attività boschive. L’indomabile tenacia di uomini e donne della bassa parmense fu determinante per mettere insieme una organizzazione del lavoro che coniugasse esigenze economiche contingenti e processo di rinascita.

La cooperativa nasce dunque su solidi principi di mutua solidarietà che hanno consentito, nel tempo, di affrontare con successo le sfide della trasformazione e miglioramento dei processi produttivi e rispondere alla crescente domanda di ricostruzione e sviluppo industriale che dagli anni sessanta era venuta ponendosi in maniera esplicita.

Dalla prima esperienza nel settore edile, la costruzione di un marciapiede in comune di Trecasali realizzato con scarsità di mezzi e tanto lavoro di braccia, la Bruno Buozzi s.c.r. è venuta patrimonializzandosi e strutturandosi significativamente, consolidando la sua presenza in edilizia sia nel settore pubblico che in quello privato.

Nel corso degli anni la Cooperativa oltre che alla realizzazione di importanti opere pubbliche (scuole, impiantistica sportiva, strutture sanitarie) e private (complessi residenziali, edilizia sociale) ha contribuito alla riqualificazione urbana di quartieri e alla realizzazione di edifici sostenibili in Parma e provincia. Si è distinta nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio storico architettonico acquisendo un’esperienza tale da posizionarsi oggi fra le aziende leader del settore.

Solo a titolo esemplificativo, parlano per lei Il Palazzo del Governatore, Palazzo San Vitale, Fondazione Monte Parma per citare esclusivamente gli interventi sulla città di Parma.

L’attenzione verso il futuro è allo stato rappresentata dallo studio di progetti di partenariato pubblico privato, modello strategico per unire competenze e know-how per l’innovazione e la crescita sostenibile.

Abbiamo avvicinato l’attuale vicepresidente Federica Sani, anagraficamente giovane ma con una significativa esperienza in Cooperativa

Sono in Cooperativa da un po’; quantificare vorrebbe dire svelare l’età anagrafica e ad una signora questo non si chiede mai. Scherzi a parte, mi occupo da sempre del comparto amministrativo, ma la funzione di Vice Presidente mi impone di occuparmi anche di aspetti più propriamente produttivi e direzionali che faccio con la passione che metto in tutte le cose che mi competono.

Sono testimone di diverse trasformazioni che hanno attraversato la cooperativa da quando sotto-patrimonializzata e con scarsità di mezzi, passando anche attraverso momenti di difficoltà pesanti, ha saputo rimettersi al passo con i tempi fino ad arrivare alla condizione del momento, sicuramente di grande stabilità, con un ruolo di primo piano nel comparto di competenza che è l’edilizia con tutte le sfaccettature che comporta.

Una cosa di cui andar fieri e magari da raccontare, fra anni, ai nipoti

Ho lavorato a fianco di colleghi di cui sentivo la stima, di soci e dipendenti che hanno dato il loro massimo per la patrimonializzazione della Cooperativa; gente che ha saputo trovare soddisfazione per se’ lasciando nel contempo parte degli utili degli anni buoni alle generazioni future. Non capitava da tante parti. Redigere i bilanci sociali, non era espressamente chiesto da nessuna normativa specifica ma esprimeva quella voglia di dire al mercato di competenza, alle istituzioni ed a tutti gli stakeholder chi eravamo e cosa volevamo fare.

Ottanta anni, non sono pochi per una Cooperativa edile che…

Ho letto e non vissuta la fase in cui le cooperative del nostro settore proponevano unificazioni a tutto spiano con il concetto che grosso è bello ed il piccolo ha vita corta. Erano gli anni settanta ed a ben vedere oggi sembra veramente che il mondo sia dominio dei colossi. La cooperativa Bruno Buozzi s.c.r.l. celebra i suoi ottanta anni a dimostrare che anche piccoli si può avere un ruolo. Piccoli si può avere un ruolo se è vero, come è vero, che l’anniversario che ci apprestiamo a celebrare sarà un evento dove si declineranno memoria, contemporaneità, innovazione e futuro. Il tutto volto ad un confronto con i partner e con il territorio per analizzare le trasformazioni in atto e le strategie più efficaci per la loro gestione dove credo che noi abbiamo le carte in regola per continuare ad essere protagonisti principali nel settore che ci compete.

Tutto oro quel che luccica…

La Cooperativa guarda al futuro con buone prospettive di consolidare il proprio ruolo nel settore delle costruzioni ma le problematiche non mancano. Problematiche che sono proprie di tanti settori quali il lievitar dei costi di materie prime ed energia quando non la carenza di mano d’opera o l’accesso al credito. Ma anche temi tipici del settore quale l’incertezza normativa attinenti i bonus edilizi, gli appalti pubblici e la questione ambientale.

Se poi in giro, i salari sono sotto la soglia del dignitoso, è un altro film. Un altro film con il quale ti devi comunque confrontare perché finire fuori mercato è un attimo.

Un saluto a qualcuno cui deve qualcosa

Devo qualcosa a tanti colleghi ed ex colleghi, conoscenze sul campo diventati amici veri che salutarli tutti faremmo notte. Però non ho mai fatto finta di niente, ho sempre cercato di sdebitarmi.
Se posso, con molto affetto, un pensiero particolare però lo riservo per Rossi Enrico e Giovanni Furini. La profondità del rapporto che è intercorso con loro, me li ha impressi indelebilmente nella mente anche ora che non ci sono più.

Enrico è mancato, posso dire, dietro la scrivania, in ufficio. Giovanni, già vicepresidente della Coop per meriti sul campo, pochissimi mesi dopo la sua quiescenza. Lo segnalo anche perché sono tempi in cui tutto brucia in fretta e pare che il futuro sia già stato ma il movimento Cooperativo sbaglia se dimentica le belle persone che lo hanno fatto unico. Almeno fino ad ora…

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