Potenziare le competenze del personale sanitario nel riconoscere e gestire i casi di violenza domestica. È l’obiettivo del progetto europeo Viprom, presentato a Palazzo Giordani, sede della Provincia di Parma.
L’iniziativa coinvolge un consorzio di partner di cinque paesi dell’Unione Europea – Austria, Germania, Grecia, Italia e Svezia – e vede Parma come unica sede italiana, grazie all’impegno di Emilia Solinas (Azienda ospedaliero-universitaria e Ausl di Parma), Antonella Vezzani (consigliera di parità della Provincia e past president Aidm) e Lorella Franzoni (Università di Parma).
Tra gli ospiti, Lucia Annibali, intervistata dalla giornalista Francesca Strozzi, ha presentato il suo ultimo libro Il futuro mi aspetta. Ho scelto di rinascere, ricordando che “la formazione degli operatori sanitari e l’ascolto delle donne sono fondamentali per aiutarle e proteggerle”.
Il convegno si è aperto con l’intervento dell’assessore regionale alla Salute Massimo Fabi, che ha sottolineato come Parma sia stata precursore del progetto Viprom, ribadendo “la necessità per i sistemi sanitari di integrare la medicina di genere e di migliorare il clima organizzativo contrastando la violenza di genere”.
Sono intervenuti, per i saluti istituzionali, Barbara Lori, vicepresidente dell’Assemblea Legislativa regionale; Alessandro Fadda, presidente della Provincia di Parma; Anselmo Campagna, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria e commissario Ausl di Parma; Michele Guerra, sindaco di Parma; Caterina Bonetti, assessora ai Servizi educativi e transizione digitale; e Simone Baglioni, prorettore alla didattica dell’Università di Parma.
La coordinatrice europea del progetto, Bettina Pfleiderer (Università di Münster), ha spiegato che “i docenti italiani formati con il metodo Viprom garantiranno la sostenibilità della formazione per gli operatori sanitari in tutto il Paese”.
A seguire gli interventi di Antonella Vezzani, che ha confermato l’impegno dell’Associazione Italiana Donne Medico per estendere la formazione a livello nazionale, e di Fausto Pagnotta (Università di Parma), che ha illustrato “le radici culturali della violenza come forma di dominio maschile sul genere femminile”.
Sono intervenuti anche Claudio Pagliara (ospedale di Grosseto), Walter Malorni (Bambino Gesù di Roma) e Sonia Alvisi, consigliera di parità regionale, che ha ricordato come “le reti territoriali siano fondamentali per difendere e sostenere le donne che subiscono molestie o violenze nei luoghi di lavoro”.
Samuela Frigeri, presidente del Centro Antiviolenza di Parma, ha sottolineato che “occorre imparare ad ascoltare davvero le donne, costruendo una rete di collaborazione tra istituzioni, sanità e giustizia”.
La procuratrice aggiunta di Bologna Lucia Russo ha evidenziato “il ruolo imprescindibile dei medici nel segnalare i casi di violenza intra-familiare alle autorità competenti”.
In chiusura, Emilia Solinas e Marco Deriu (Università di Parma) hanno messo in luce, rispettivamente, le prospettive future della ricerca europea sul tema e il ruolo dei media nel contrasto – o nel rischio di distorsione – della rappresentazione della violenza di genere.


