“Un’emergenza in Appennino non può aspettare 25 minuti”. Con queste parole il consigliere regionale Tommaso Fiazza (Lega) ha acceso il dibattito in Assemblea Legislativa, dopo aver presentato un question time sull’organizzazione del servizio di emergenza-urgenza nella provincia di Parma.
Secondo Fiazza, la situazione è ben lontana dagli standard di eccellenza rivendicati dalla Regione: “A Parma auto medica e infermieristica hanno bacini differenti, mentre altrove medico e infermiere arrivano assieme. Questo significa che in molti casi il medico deve raggiungere il paziente da un’altra zona, con ritardi che possono essere fatali in caso di ictus o infarto”.
“La Regione ha impiegato tre mesi a darmi i dati, ma le tabelle non lasciano spazio a dubbi: in oltre metà dei Comuni della provincia non è prevista la presenza del medico a bordo dei mezzi e che i tempi medi di intervento variano fortemente tra città e montagna. L’assessore Fabi ha parlato di 13 minuti di media, ma questo valore nasconde differenze enormi: se in città si arriva in 10-12 minuti, nelle aree periferiche si superano i 24-25”.
Altro nodo critico è la carenza di personale medico, che secondo Fiazza “costringe il sistema ad appoggiarsi a soggetti privati e al volontariato, che non può farsi carico delle mancanze del servizio sanitario regionale”.
Il consigliere conclude con un appello alla Regione: “Il cittadino deve poter contare su un soccorso rapido e completo, ovunque viva e a qualunque ora. È un diritto, e il compito del pubblico è garantirlo”.


