“Dopo la violenta aggressione verificatasi nel carcere di Parma il 27 giugno, in cui sono rimasti contusi ben sei agenti penitenziari nel tentativo di contenere un detenuto straniero violento e quella del giorno successivo che ha portato al ferimento di un altro agente, ho presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia per chiedere di porre rimedio alla cronica carenza dell’organico negli istituti penitenziari di Parma e di riconoscere all’Istituto la qualifica di carcere primario nazionale.
Ho anche invitato il Ministro a valutare, nella prospettiva di riforma del sistema penitenziario, le esigenze di reale controllo dei detenuti, anche per prevenire le aggressioni agli agenti che continuano a verificarsi.
Anche i sindacati della polizia penitenziaria sono più volte intervenuti sulle condizioni di sicurezza degli agenti nel Carcere di Parma, dovuto alla scarsità degli operativi che non consente al personale di Polizia Penitenziaria di operare in condizioni, anche numeriche, ottimali, al cospetto di detenuti particolarmente facinorosi e violenti e sull’annoso problema del sovraffollamento della struttura.
La carenza di organico è un problema che dura da tempo e che si è addirittura aggravato con l’apertura nel 2020 del nuovo padiglione e l’arrivo di nuovi detenuti.
Anche la dirigenza è incompleta: attualmente ci sono solo il direttore e il comandante degli agenti, mentre mancano sia i vice-direttori che i funzionari di polizia penitenziaria previsti.
Bisogna ringraziare la dedizione e la professionalità di chi opera in via Burla, ma la situazione è da tempo insostenibile e occorre porre rimedio il prima possibile”.
Così Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega, autrice dell’interrogazione sottoscritta anche dal collega Giovanni Battista Tombolato


