
I serrati interventi strutturali sull’antico insediamento rurale di Case Sottane, che sorge sotto l’abitato di Porcigatone (Borgotaro), rimasto avvolto dai rovi per anni, stanno dando i loro frutti.
L’idea di Giovanni Codeluppi con la sua famiglia e un gruppo di amici, insieme ai ragazzi accolti nel loro percorso sociale-lavorativo, di riportare alla luce una comunità rurale e solidale – luogo operoso di vita, lavoro e condivisione – destinata ad autosostenersi, sta prendendo sempre più forma.
Parte degli edifici è stata non solo recuperata ma anche arredata, consentendo come già è accaduto nei mesi scorsi, di organizzare incontri, presentazioni di libri, momenti di condivisione e richiamare persone, desiderose di sollevarsi dal quotidiano in questo luogo di pace e ispirazione.
Per questo sabato 6 e domenica 7 settembre Case Sottane aprirà le porte con una due giorni ricca di appuntamenti e perché no, buon cibo, all’insegna della convivialità.
Si parte sabato alle 10 con la presentazione dei lavori eseguiti per il recupero, per poi parlare di Biodiversità, di bosco, di Mario Tommasini, di pace e di molto altro ancora (scarica qui il programma completo).
Il progetto di recupero di Case Sottane è imponente, ha ancora davanti a sé strada da percorrere, essendo ben nove nel complesso gli edifici da recuperare (tre ultimati e due in corso) ma la determinazione è tanta e i lavori di avanzamento sono tangibili, sotto gli occhi di tutti. La forte volontà sta rendendo possibili grandi cose, in questo angolo incantato di mondo.
Ciò che merita va condiviso, bisogna che più persone possibili ne possano usufruire. Questa è la regola di Case Sottane che, in occasione della consueta festa annuale, spalanca i suoi cancelli, come se aprisse le braccia, a chiunque voglia farle visita.
“La presenza umana come risorsa indispensabile e primaria – ci tiene a sottolineare Giovanni Codeluppi – è ciò che la Comunità di Case Sottane, nel suo percorso di realizzazione, si pone quest’anno come obiettivo principale. Questo sarà l’argomento centrale dibattuto nella festa annuale che si terrà il 6 e 7 settembre. Quella presenza umana che custodisce, valorizza e promuove un vivere ‘in condivisione’ che da sempre caratterizza le comunità. Riscoprire ciò che il vivere in comune e la comunità portano con sé da sempre, bene comune, accoglienza, solidarietà e rispetto dell’ambiente, è l’unica ricetta percorribile che può dare buoni risultati per ri-abitare luoghi meravigliosi, ripopolare la nostra splendida montagna evitando abbandono e incuria. È coltivare quell’umanità che riscopre la Bellezza, riconosce l’Altro e la gioia del percorrere strade condivise”.
