“Se l’eventuale contagio da Covid-19, sarà considerato responsabilità del datore di lavoro, a prescindere dall’osservanza o meno delle norme di sicurezza, in pochi troveranno il coraggio di riaprire.
Dopo quasi tre mesi di chiusura forzata scaricare sulle aziende una simile responsabilità significa non aver capito che situazione sta vivendo l’Italia.
Nonostante la circolare INAIL affermi che la norma introdotta con il decreto c.d. CuraItalia non implichi una responsabilità automatica del datore di lavoro in caso di contagio di un dipendente, occorre mettere le cose in chiaro: il gruppo Lega alla Camera dei Deputati ha presentato un emendamento al Dl liquidità per chiarire che la responsabilità del datore in caso di contagio del lavoratore sussiste solo se viene dimostrato che la causa dell’infezione è dovuta alla sua inadempienza agli obblighi di sicurezza.
Il contagio sui luoghi di lavoro deve conservare per il lavoratore la qualifica di “infortunio” e la conseguente assistenza, ma se l’azienda ha rispettato le norme di sicurezza previste, non può essere ritenuta responsabile.
La maggioranza e il Governo dimostrino, almeno questa volta, di avere buon senso e facciano chiarezza in modo definitivo, senza ricorrere a dichiarazioni generiche o a circolari interpretative, ma mettendo nero su bianco gli impegni presi”.
Così Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega, segretario della commissione finanze.