
Il tema è trasversale al territorio e la preoccupazione bipartisan. L’allarme è alto. In questo periodo di emergenza Covid la presenza degli ungulati in Italia ha raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari. La risoluzione oggi in aula sottoscritta dal consigliere Daffadà ha ricevuto il voto favorevole della maggioranza dell’Assemblea.
«Durante il lockdown, la Regione ha deciso per limitare i danni in agricoltura di favorire l’attività venatoria permettendo quindi ai cacciatori di spostarsi anche fuori dal comune di residenza, nel tentativo di limitare la proliferazione dei cinghiali – il consigliere Matteo Daffadà ha sottoscritto la risoluzione con numerosi consiglieri – è storia di tutti i giorni di segnalazioni di branchi di ungulati che si spingono sempre più vicini alle abitazioni e soprattutto causano incidenti sulle strade, distruggono i raccolti e danneggiano l’economia di un’area vocata alla produzione del Parmigiano Reggiano e a altre produzioni agricole. Come cittadino e rappresentante del territorio di Parma tengo a rimarcare come da sempre le generazioni che hanno abitato questi luoghi hanno dovuto misurarsi con questo problema, ma mai, come in questi anni abbiamo visto un aumento così alto di esemplari. Da troppo tempo si è tergiversato. Sto frequentando la provincia dalle terre alte al Po e il problema è ovunque».
La risoluzione chiede quindi che il Governo riconosca alla figura del coadiutore volontario anche il ruolo di figura di pubblica utilità e metta mano alla modifica della Legge 157, normativa quadro sulla caccia. «C’è bisogno di un coordinamento stretto con lo Stato, con le Prefetture, le associazioni agricole, venatorie e ambientaliste per operare in modo risoluto – ha ribadito Daffadà –
Bisogna favorire anche interventi mirati in quegli ambiti protetti che di fatto stanno fungendo da zone di ripopolamento e moltiplicazione dei selvatici che trovano habitat indisturbato e poi, proprio uscendo da queste aree protette si disperdono nel territorio distruggendo i raccolti e provocando anche incidenti stradali».