Festival della Pace-Libera Parma: alla casa dei Saveriani incontro con Pasquale Pugliese

SMA MODENA

Il 19 novembre alle ore 17, presso la casa dei Saveriani, all’interno dei Percorsi del Festival della Pace, Libera Parma incontrerà Pasquale Pugliese. 

Pasquale Pugliese è stato segretario nazionale del Movimento non Violento.  Autore di libri Come “Introduzione alla Filosofia della non violenza di Aldo Capitini” e “Disarmare il virus della violenza”, porterà al nostro incontro il tema della pedagogia della non violenza, della pace, contro la corsa agli armamenti, partendo dal presupposto che, se vogliamo la pace, dobbiamo prepararla e insegnarla.

In campo educativo, ciò significa delegittimare il concetto di violenza e promuovere una pratica di relazioni radicalmente differenti: quelle della nonviolenza intesa come costruzione di una prospettiva alternativa di approccio alla realtà ed alle relazioni.

Parlare di Educazione al disarmo significa uscire dall’egocentrismo dei nostri tempi e spingerci a guardare gli altri da un punto di vista diverso, inclusivo, di curiosità ed empatia.

Il coraggio, l’impegno, la fiducia negli altri sono competenze da raggiungere, non solo attraverso il racconto, ma anche e soprattutto attraverso l’esempio; è l’educatore che educa l’allievo, ma che in egual modo educa se stesso. 

Sono questi i temi che faranno da filo conduttore all’incontro.

 

Da un articolo di Pasquale Pugliese:

Ormai solo l’educazione ci può salvare.

Educare alla nonviolenza nel tempo della paura

Si vis pacem para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra; su questa ipotesi, spacciata per certezza, si basa l’organizzazione attuale della società.

Il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per spesa pubblica per l’istruzione e la cultura ed è ai primi per spesa pubblica militare.

Le guerre che devastano il pianeta generano migrazioni di profughi che si aggiungono ai migranti che fuggono da situazioni di povertà e di devastazione ambientale; questo esodo diventa il pretesto per promuovere politiche fondate sulla paura dello straniero e sull’odio nei confronti di chi è differente da noi.

La violenza culturale, che giustifica e legittima le altre forme di violenza, la guerra, il terrorismo, l’omicidio, è la più difficile da sradicare perché rappresenta ciò che è dato per scontato; è quello che apprendiamo quando studiamo la storia come un susseguirsi di vicende di violenza mentre nessuno ci racconta i conflitti risolti senza violenza.

Solo l’educazione ci può salvare. Si tratta di ribaltare il detto latino e di sostituirlo con uno nuovo: se vuoi la pace prepara la pace.

Preparare la pace su un piano educativo significa decostruire e delegittimare la violenza culturale e promuovere una narrazione di senso ed una pratica di relazioni radicalmente alternative: quelle della nonviolenza. Che non è solo l’assenza di violenza ma la costruzione di una prospettiva differente di approccio alla realtà ed alle relazioni.