“Da anni la Lega chiede un piano di gestione serio e realistico del lupo. Lo fa in Regione, in Parlamento e in Europa, dove solo di recente si è aperta una finestra per rivedere il livello di protezione di questa specie. Per anni è stata proprio l’Unione Europea a impedire qualsiasi intervento di contenimento. Ora che finalmente si è raggiunto un risultato concreto, il PD dice di aver fatto tutto il possibile. Ma quando serviva agire, in Europa, ha votato contro. Dov’erano i loro europarlamentari quando c’era da difendere la nostra agricoltura e le comunità di montagna?”
Così Tommaso Fiazza, consigliere regionale della Lega, replica alle dichiarazioni dei consiglieri regionali del PD comparse sulla Gazzetta di Parma.
“Sappiamo bene che il tema dell’abbattimento non è popolare e rischia di far perdere voti, ma chi amministra non deve guardare ai sondaggi, deve garantire sicurezza e buon senso. Il voto europeo che ha declassato lo stato di protezione del lupo, da strettamente protetto a protetto, ha visto il PD, i 5 Stelle e Verdi-Sinistra votare contro. La Lega, invece, ha votato a favore. Un segnale di coerenza che la sinistra, ancora una volta, non ha saputo dare. Non si trattava di liberalizzare la caccia all’animale, ma di eliminare divieti assoluti che non consentono di intervenire quando serve”.
“Grazie anche alla legge sulla montagna promossa dal ministro Calderoli, la Regione avrà finalmente gli strumenti per fare la sua parte e decidere: può costruire un piano di gestione aderente alle esigenze dei territori, tutelare le attività agricole e zootecniche e garantire la sicurezza di chi vive in montagna”.
“Manca soltanto un ultimo decreto che stabilisca i limiti massimi di abbattimento, oggi al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Come si regolerà l’Emilia-Romagna in quella sede? Farà come gli europarlamentari del PD, o piuttosto saprà dare risposte concrete alle esigenze del territorio velocizzando l’iter del decreto e facendosi trovare pronta con un piano già predisposto? La Regione definisce già i volumi di altri animali prelevabili, allora perché non inserire anche il lupo, regolando le azioni di controllo e stringendo le maglie invece di lasciare spazio al fai da te? Immagino che anche i tre esponenti del PD, tra cui l’ex assessore alla montagna, conoscano bene i numeri del bracconaggio in Emilia-Romagna. Bocconi avvelenati, lacci e pallottole, è questo il modello che vogliono mantenere?”
“Lunedì sera a Tarsogno si è tenuta un’assemblea pubblica molto partecipata, organizzata dal sindaco Renzo Lusardi, con la presenza dell’on. Francesco Bruzzone (Lega), esperto di politiche venatorie, che ha illustrato con precisione i passi avanti ottenuti a Roma e in Europa. La levata di scudi del PD origina probabilmente da lì. Occorre prendere coscienza che il problema c’è, che è sentito dalla gente e dagli amministratori locali. Anziché scaricare responsabilità su altri, ci mettano la faccia e garantiscano il fatto che la Regione Emilia-Romagna si impegnerà a velocizzare l’espressione di parere da parte della Conferenza Stato-Regioni e si farà trovare pronta con un piano di controllo da adottare già dal giorno successivo”.
