Fidenza, tenta di uccidere un uomo di fronte alla moglie e al figlio minorenne: arrestato

SMA MODENA
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In data 3 maggio 2025, all’esito di una articolata attività di indagine compiuta dalla Stazione Carabinieri di Fidenza, la Procura della Repubblica di Parma ha emesso un decreto di fermo nei confronti di JOUIDI Oussem, classe 2002 (in altre vicende dichiaratosi nato nel 2003), cittadino tunisino senza fissa dimora in Italia, ipotizzando a suo carico il delitto di tentato omicidio (aggravato all’aver commesso il fatto in presenza di una persona minore degli anni diciotto) ai danni di un altro cittadino tunisino, classe 1981; a carico dell’indagato vengono altresì ipotizzati i reati di minaccia aggravata e di porto -senza giustificato motivo- di uno strumento atto ad offendere (nella fattispecie, uno spray al peperoncino), reati per i quali la misura pre-cautelare non è stata adottata, in quanto trattasi di reati per i quali il fermi non è consentito.

La contestazione si riferisce ad un episodio occorso in Fidenza in data 29.04.2025, allorquando la vittima si trovava nei pressi di Piazza Matteotti, in Fidenza, in compagnia del figlio minore e della moglie; nel corso dell’uscita si avvicinava loro un soggetto (poi identificato per l’odierno indagato) che -avvedutosi della presenza della donna- avrebbe dato in escandescenze ed avrebbe iniziato ad inveire contro la persona offesa, assumendo che, nel corso della mattina, la donna gli avrebbe mancato di rispetto; ad un certo punto tale soggetto si sarebbe prima rivolto alla persona offesa con frasi minacciose (tra cui: “Vedi che ammazzo te e la tua famiglia!”) e poi, in una escalation di condotte aggressive, avrebbe estratto dalle tasche dei pantaloni uno spray al peperoncino, azionandolo all’indirizzo della persona offesa per tre volte ed infine -allorquando questa era crollata a terra- lo avrebbe colpito con alcuni calci all’addome, allontanandosi, per poi tornare subito dopo munito di un’arma bianca di grosse dimensioni (verosimilmente un’ascia o un machete), con la quale colpiva la vittima alla schiena. Tale condotta delittuosa cagionava alla vittima una ferita dalla quale fuoriusciva molto sangue; condotto in Ospedale, alla persona offesa i medici diagnosticavano una “ferita dorsale e irritazione congiuntivale”, con una prognosi di giorni 20 s.c.

La dinamica è stata ricostruita non solo grazie alle indicazioni della vittima (che ha riconosciuto in foto l’aggressore, individuandolo nell’odierno indagato) e di alcuni testi presenti, ma anche in virtù delle immagini ricavate da più telecamere di videosorveglianza, che hanno consentito di riprendere le varie fasi della aggressione.

Per quanto riguarda la qualificazione giuridica del fatto, dagli accertamenti effettuati presso l’Ospedale è emerso che la ferita da taglio patita dalla vittima poteva avere conseguenze mortali in ragione della profondità della ferita stessa, del conseguente profuso sanguinamento, dell’utilizzo di un oggetto suscettibile di causare un’infezione e, infine, della parte del corpo coinvolta; tuttavia, secondo i sanitari l’esito mortale è stato scongiurato grazie alla muscolatura del dorso della vittima, particolarmente pronunciata e dall’abbigliamento da lavoro indossato da quest’ultima: di qui l’accusa di tentato omicidio.

Atteso che, subito dopo il fatto, la persona indiziata di averlo commesso si allontanava dalla zona, rendendosi irreperibile e tenuto conto della sua condizione di senza fissa dimora, la Procura di Parma si determinava ad adottare il decreto di fermo, ovvero quella misura precautelare che, in presenza di determinati reati (delitto per il quale la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a due anni e superiore nel massimo a sei anni), può essere emessa quando vi sia fondato pericolo di fuga.

Lunedì 5 maggio 2025, i CC sono riusciti ad individuare il posto ove l’indagato si trovava ed hanno pertanto dato esecuzione al fermo; il Pubblico Ministero ha chiesto al GIP la convalida di tale fermo e, in data 8 maggio 2025, il GIP di Parma -all’esito dell’udienza fissata- ha provveduto a convalidare il fermo e ad emettere ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino