Finanziavano Hamas, Cavandoli (Lega): “Bloccare fondi da Italia per terrorismo, la Sinistra prenda distanze”

di Andrea Marsiletti

“L’indagine della Procura di Genova che ha portato all’arresto di nove persone evidenza un fatto di eccezionale gravità. Parliamo, secondo quanto appreso dagli inquirenti, di vicende iniziate ben prima del 7 ottobre 2023 relative a un circuito di finanziamento ai terroristi di Hamas attraverso associazioni di beneficenza, con flussi che arriverebbero a circa 7 milioni di euro.

La presunzione di innocenza è un principio imprescindibile e spetterà ai giudici accertare responsabilità e ruoli, ma proprio perché oggi non siamo nel campo delle voci, bensì davanti ad arresti e provvedimenti cautelari maturati dopo un lungo lavoro investigativo, la politica ha il dovere di parlare chiaro e di non rifugiarsi nell’ambiguità. Da tempo noi della Lega mettiamo in guardia dal rischio che, dietro alcune raccolte fondi e iniziative pubbliche presentate come umanitarie, si celino connivenze con il terroristi di Hamas.

Oggi quel rischio viene messo nero su bianco, e questo impone una domanda semplice a chi, in Parlamento e nelle piazze, ha legittimato figure e iniziative oggi al centro di accuse gravissime. Quanto emerge rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il movimento pro-Pal in Italia presenti gravi infiltrazioni di soggetti legati al terrorismo islamista. Non si tratta di episodi marginali o di frange violente che devastano le città durante le manifestazioni: siamo di fronte a rapporti con terroristi e con chi finanzia criminali privi di ogni pietà e umanità, responsabili delle atrocità del 7 ottobre, comprese le violenze contro bambini e donne incinte.

La solidarietà verso i civili e la richiesta di pace sono una cosa. Ogni contiguità, tolleranza o indulgenza verso Hamas e verso chi ne alimenta i canali di sostegno è tutt’altro. E non può esistere un ‘ma’ che tenga: Hamas è inserita nelle liste europee delle organizzazioni terroristiche, e chi aiuta il terrorismo, direttamente o indirettamente, mette a rischio anche la sicurezza del nostro Paese. Per questo ci aspettiamo dagli esponenti locali e nazionali della sinistra di prendere pubblicamente le distanze, senza formule elastiche e senza silenzi, chiarendo la natura dei rapporti intercorsi tra propri esponenti e figure oggi coinvolte nell’indagine.

Contro il terrorismo non esistono zone grigie: o si sta dalla parte dello Stato, cioè dei cittadini, e della legalità, o si alimenta un cortocircuito pericoloso. Alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e a tutti gli investigatori va il mio ringraziamento: colpire le reti finanziarie significa colpire il terrorismo alla radice. È una linea che va sostenuta con fermezza, perché dietro il paravento della ‘beneficenza’ non deve mai trovare spazio chi semina odio e violenza”.

Così Laura Cavandoli, deputato della Lega.


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