Guardamagna (M5S): “Quelli del Pd guardano la tragedia di Genova in TV”

di UG

Pubblichiamo di seguito la nota di Alessandro Guardamagna, esponente del M5S di Parma, che prende posizione sulla tragedia di Genova ed esprime conseguenti valutazioni politiche: “Il 14 Agosto scorso dovevo andare a Spotorno con la famiglia. Avevamo un appuntamento preso l’11, rimandato a causa del traffico troppo intenso. Così abbiamo deciso di andare il 14 e cogliere l’occasione per portare nostra figlia di 5 anni a vedere l’Acquario di Genova al mattino, lasciando Spotorno nel pomeriggio. La sera prima mia moglie mi convince a fare il contrario e recarci prima a Spotorno. Arrivato a Tortona non mi dirigo a Genova, ma verso Savona, il cui svincolo autostradale imbocco attorno alle ore 12, quando il viadotto dell’A10, il ponte Morandi, che avremmo percorso se ci fossimo recati all’Acquario, crolla. Lo verremo a sapere circa 40 minuti dopo a Spotorno. Il caso.

Residenti di Spotorno mi hanno detto che il ponte non era sicuro da almeno una decina d’anni, e la situazione era peggiorata nel 2015, quando calcinacci e pezzi di ferro cadevano dal viadotto come riferito più volte dai dipendenti dell’Amiu – la municipalizzata dei rifiuti di Genova. La manutenzione veniva fatta, periodicamente, pare chiudendolo a volte di notte quando il traffico era meno intenso per riaprirlo di giorno dove la circolazione – ed i proventi dicono alcuni – aumentavano.

In uno stato normale un ponte pericolante viene chiuso fino a quando non è messo in sicurezza. In uno stato normale di fronte ad una tragedia del genere – 38 morti accertati, 16 feriti di cui 12 in gravi condizioni e un numero di dispersi tuttora imprecisato – i responsabili si sarebbero già dimessi sua sponte, oppure li avrebbero fatti dimettere, in attesa di stabilire la verità processuale, fare giustizia, e lasciare al verdetto finale eventuali risarcimenti per gli innocenti, vittime e viventi.

Ma l’Italia, che sta tentando di ritrovare una propria normalità politica ed etica dopo decenni di malaffare e menzogne, non è ancora uno stato normale. Qui chi ha responsabilità politiche e amministrative per aver sostenuto la concessione – il centrosinistra e il PD – fatta a Benetton, si preoccupa più di far comunicati per denunciare preoccupato le perdite di capitale in borsa subite da Atlantia, la società del gruppo gestore di Autostrade, che delle vittime, mentre lo stesso gestore tiene un profilo basso ed esordisce dicendo che non risultava che il ponte fosse pericolante. Del resto nel campo della comunicazione e trasparenza del PD troneggia il deposto Re enzi, colui che aveva detto che se avesse vinto il NO al referendum del Dicembre 2016 se ne sarebbe andato, cosa che ha ribadito in caso di sconfitta del suo partito alle elezioni del 4 Marzo scorso. Ora siede fra i banchi del senato ad aspettare da due mesi e mezzo – cito l’autore – che “la ruota giri” mentre guarda “il cinema mangiando pop-corn”. Forse Re enzi non ricorda le due interrogazioni del 2015 e 2016 che l’allora senatore Rossi di Genova presentò al ex-ministro delle infrastrutture del suo governo, Graziano Delrio, grande sostenitore di Iren. Rossi chiedeva che si dessero risposte sullo stato di salute precaria del ponte Morandi. Ancora non si sa se Delrio abbia risposto oppure no. Se alla presidenza della Rai vi fosse stato un giornalista indipendente come Foa, che Re enzi e PD schierato con Forza Italia non hanno voluto, probabilmente ora sapremmo. Invece nisba.

Non si sa neppure se Benetton sia stato favorito dalle coalizioni di centro-sinistra nell’ottenere la concessione. Vi sono coloro, M5S in primis, convinti che la privatizzazione di parte della autostrade italiane sia stata ideata come un enorme generatore di tangenti e mazzette con il consenso di tutti i compagni di sinistra, che il paradiso lo vogliono in terra hic et nunc, e chi invece lo nega categoricamente, PD con quel che rimane della sinistra e

Benetton. Non convince però molto la difesa della trasparenza che quest’ultimo fa del proprio operato, laddove il gruppo sembra aver pagato per anni – grazie ad Atlantia, Sintonia ed Edizione – parte delle tasse in Lussemburgo, dove le imposte sono minori che in Italia.

Al di la delle contrapposizioni di parte e reciproche accuse, due fatti sono emersi, e come tali incontestabili. Mentre si scava ancora tra le macerie, c’è anche chi scava tra le carte per togliere la concessione a Benetton, e scopre che alcuni documenti del contratto di appalto di un servizio pubblico legato ad un diritto costituzionale – la libertà di circolazione – sono coperte dal segreto di Stato, come quello del caso del DC9 di Ustica e della Strage di Bologna del 2 Agosto 1980!!! Viene da dire W la trasparenza. Un altro fatto è indiscutibile: la società di Benetton ha da subito affermato, dopo due interrogazioni dall’esito sconosciuto e continue segnalazioni, che il ponte non risultava avere problemi particolari, ma loro stessi hanno ammesso che era oggetto di continua manutenzione, che a questo punto era inesistente oppure insufficiente visto che il ponte è crollato.

Grottesco e vergognoso è il tentativo di Repubblica e di alcuni esponenti del PD di attribuire la responsabilità dell’accaduto all’attuale governo M5S-Lega. Dire che il M5S è responsabile della tragedia perché un suo consigliere comunale durante un dibattito nel 2012 affermò, riprendendo un rapporto di Autostrade, che il ponte sarebbe durato 100 anni, e che quindi temerne il crollo era una “favoletta”, è semplicemente demenziale, oltre che un insulto all’intelligenza delle persone. Il M5S locale non voleva la “gronda” – il progetto di modifica delle viabilità della rete autostradale di Genova che avrebbe permesso di limitare il traffico sul ponte Morandi – è quindi di cosa sarebbe colpevole? Il ponte è crollato, non per la idee del M5S o per le sue battaglie locali, discutibili quanto vuoi. La manutenzione del ponte era ed è di responsabilità del gestore, e questo, nonostante il livore e le manipolazioni di Repubblica non è il M5S, ma Benetton. Indipendentemente dalle posizioni del M5S di Genova, la “gronda” è un progetto lanciato nel 1984 quando Di Maio non era ancora nato, e Grillo sarebbe stato di lì a poco (1985-1992) cacciato de imperio dalle reti Rai per diktat di Craxi. Nel 1984 il M5S era ancora a più di 20 anni dalla sua nascita! In compenso diversi governi e amministratori locali si sono succeduti dall’84, ed evidentemente tutti se ne sono o disinteressati o hanno preferito rimandarne la realizzazione.

D’altronde è aspettarsi troppo chiedere onestà e rispetto da chi si è preoccupato finora più dei profitti persi in borsa dalle società del gruppo Benetton che dei morti, insieme ai quali vorrebbe seppellire le proprie responsabilità, e la cui occupazione principale è fare un’opposizione priva di contenuti mentre tenta di manipolare l’opinione pubblica creando solo guano mediatico. Dopo l’invenzione dell’emergenza razzismo nazionale di cui il caso Osakue era catalizzatore, simbolo, e prova del 29 Luglio scorso prima di diventare una goliardata su cui è sceso il silenzio totale il 2 Agosto, ora il PD tenta il lancio di un altro uovo mediatico. Per il momento Renzi e bankompagni preferiscono continuare a mangiare pop-corn mentre guardano film in libertà, compresa la tragedia di Genova, che assumersi le responsabilità del caso. Pare comunque che in galera ci sia la televisione.”

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