La sua è una vita fatta di alti e bassi, di gioie e dolori, traumi che hanno lasciato il segno, ma nonostante le difficoltà, Vanni Borsini (classe ’78) ha saputo più volte riscattarsi impegnandosi su più fronti.
Vanni lavora con gli e le adolescenti che comprende e aiuta perché attraverso loro rivive parti di sé e questo è un valore aggiunto considerando il suo ruolo di tutor all’interno di un noto ente professionale del territorio.
La sua famiglia è composta da una compagna e tre figli, molto legato anche alla famiglia di origine che frequenta abitualmente, come gli amici e le amiche, anche se i momenti bui lo hanno tenuto lontano spesso dai contesti sociali nei quali avrebbe voluto essere più presente. Insomma Vanni ha sempre cercato di lasciare un pezzo di sé attraverso il suo impegno sociale e umano ed ora possiamo “leggerlo” finalmente tra le righe del suo libro e in tutta la sua onestà.
Lo abbiamo intervistato sul suo libro “Boom 44” che uscirà in agosto.
Come si intitola il tuo libro e perché hai scelto proprio quel titolo?
Il libro che ho scritto si intitola “BOOM 44”. Il titolo, scelto mentre scrivevo, quindi non subito, è collegato alla mia età (quando ho iniziato a scriverlo) 44 anni, e riguarda l’esplosione che ho avuto dentro di me appunto a quella età.
Boom è la bomba che è esplosa dentro di me, e ha fatto tanto rumore, ha cambiato tante cose…
Da dove nasce la necessità di parlare della tua storia personale alla collettività?
Non è stata per niente premeditata, mi spiego meglio: la voglia di buttare fuori tutto era lì da 30 anni, ma non avrei mai pensato che sarei riuscito ad aprirmi. Necessità è la parola giusta, ne avevo bisogno per poter continuare a vivere, per sopravvivere ricominciando, ormai non riuscivo più a trattenere tutto quello che avevo dentro, è stato inaspettato e liberatorio. E inoltre, vorrei lasciare un segno indelebile in questo pazzo mondo, è sempre stato uno dei miei più grandi sogni.
Il tuo è un testo autobiografico e in quanto tale avrai ripercorso pezzi della tua vita anche molto intensi, come ti sei sentito in quei momenti?
Emotivamente alle stelle, potevo scrivere altre 500 pagine, mi sono sentito come un fiume in piena. Ovviamente i nomi sono di pura fantasia, ma hanno comunque un senso per me ben preciso i nomi “sostitutivi”. I fatti sono realmente accaduti e fedelissimi alla realtà. Come mi sono sentito… ho rivissuto il
tutto, ma in modo consapevole e distaccato, ero sospeso nell’aria e osservavo il mio passato, un po’ ha fatto male ed un po’ ha fatto bene.
Facci un breve riassunto del tuo percorso letterario, raccontaci la storia di “Boom 44” e spiegaci perché dovremmo acquistarla.
La storia del libro BOOM 44, che ho partorito (nel vero senso della parola) è nato proprio dall’esigenza di fare sapere alle persone che amo, prima di tutto, ma anche “al resto del mondo”, la parte di me a tutti e tutte sconosciuta, qualcosa di molto intimo. Sinceramente, se proprio devo pensare al perchè le persone dovrebbero leggerlo, non solo acquistarlo, è la speranza che possa servire a qualcuno. Per chi ha vissuto le stesse cose, o simili, convincerli che non c’è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto e nell’aprirsi e mettersi a nudo, anzi è la medicina migliore e andrebbe fatta il prima possibile. Per chi invece è soltanto spettatore: dimostrare che le persone non sono solo quello che fanno apparire, siamo tutti e tutte un mondo complesso tutto da scoprire, quindi giudicare senza conoscere la storia di una persona credo sia profondamente sbagliato, tanto quanto nascondere alle altre persone chi siamo, o meglio, cosa abbiamo vissuto sino a quel momento. La cosa buffa è che ora ho altri 4 libri in testa, prima di iniziare questo non ne avevo nemmeno uno.
Quando potremo vedere il tuo capolavoro autobiografico nelle librerie?
Capolavoro… così mi imbarazzo, sono privo di diversi talenti tra cui lo scrivere e leggendo il libro lo scoprirete… ma per il sottoscritto è stato ed è molto emozionante e sono fiero di me. Se tutto va bene (perchè non mi piace fare previsioni visto che tutto è così mutabile, imprevedibile) tra pochi giorni potrà essere alla portata di tutte/i, quindi agosto 2025.
A chi dedichi la tua opera?
Prima di tutto… a me! Poi alle persone importanti della mia vita, nel libro sono molto chiare. Poi lo dedico a tutte le persone che hanno sofferto per qualsiasi “reale” motivo, cioè al 90% delle persone viventi, credo.
Ora che hai potuto mettere nero su bianco tutto di te come ti senti?
Molto più leggero… sto meglio…nonostante i 26 kg di grasso in più fisicamente. Ma i pensanti (pensieri pesanti) che hai nel cuore e nella testa pesano molto di più, almeno per me. Ogni volta che condivido con qualcuno la mia vera storia, mi alleggerisco. Mi sento come un escursionista che ogni km si libera di un pezzo pesante e inutile, per arrivare alla cima in modo meno faticoso.
Per raccontarsi credi ci voglia coraggio?
Forse si, cioè credo dipenda dalle persone, per me è servito sicuramente coraggio perchè vivevo questa cosa costantemente con il terrore di sbagliare, la paura è stata mia compagna per molto tempo. Avevo tanta paura di liberarmi e di “spogliarmi” davanti a tante persone. Ma anche il nascondermi per 30 anni penso sia un atto di coraggio… o forse codardia…non so, sicuramente ho sbagliato, dal momento che nascondermi mi ha portato solo dolore, ma nella mia testa era più che altro un modo di proteggere le persone che mi amano e che amo. Mi sbagliavo, ora posso dirlo, ma dentro di me era così. Ci vuole coraggio per fidarsi dei propri sentimenti e delle altre persone, almeno in una società così distante da me… Credo che il coraggio si veda nelle cose semplici ma pure, vere!