Con in tasca le lettere dei datori di lavoro che certificano la necessità di recarsi negli uffici o nelle imprese, qualcuno si sposta ancora, ma non molti a dire la verità. I più fortunati utilizzano lo smart working e continuano a “produrre” da casa.
Di fatto il decreto del presidente del consiglio ha costretto molte attività commerciali alla chiusura, perché con il vincolo di spostarsi solo per ragioni lavorative o di salute o per motivi gravi sostanzialmente ha bloccato tutto.
Il centro storico è praticamente deserto, come in una giornata di metà agosto e invece è quasi primavera, spuntano le margherite, si affaccia il sole e l’aria è tiepida e questo rende la situazione totalmente innaturale.
Le farmacie espongono cartelli che dichiarano l’esaurimento delle scorte di mascherine, i taxi sono vuoti in via Mazzini, così come gli autobus.
Molti negozi di abbigliamento e di accessori, centri estetici, profumerie, pasticcerie, hanno le saracinesche abbassate, diversi bar sono chiusi ben prima delle 18, uno davvero ingegnoso segna con croci sul pavimento la distanza corretta da tenere.
Sono iniziative individuali, nessuno li ha obbligati a chiudere, almeno per ora, ma la presa di coscienza è unanime e i cartelli recitano più o meno le stesse cose: “riteniamo doveroso chiudere per tutelare la vostra salute”.
Tatiana Cogo