
Nei giorni scorsi Giampaolo Lavagetto si è ufficialmente candidato a sindaco di Parma alla guida della lista civica “Per Parma 2032 con Lavagetto”.
Lo abbiamo intervistato.
Aiutaci a capire cosa sta succedendo dentro il centrodestra di Parma?
Da osservatore esterno credo abbiano ragionato in chiave nazionale, dimenticando quale sia da 25 anni l’approccio dei parmigiani alle elezioni per il sindaco della loro città. I parmigiani non scelgono un sindaco condizionabile dalle coalizioni di partito o dall’appartenenza ideologica, ma l’esatto contrario, come fu per Ubaldi e come è stato per il secondo mandato per Pizzarotti. In più, credo che nel centrodestra perseguano la logica che nuovo e senza competenze amministrative sia meglio che esperto e competente, una filosofia che mi sembra nemmeno i 5 stelle perseguano più. Detto ciò, rispetto le loro scelte che, però, non sono le mie.
E nel centrosinistra? Guerra è un candidato forte?
E’ il miglior candidato, o se vuoi il meno peggio, che quell’alleanza può esprimere. Una fusione a freddo che credo non sarà indolore. Con l’alleanza PD e civici Bonaccini ha avviato un laboratorio politico che sfida il modello nazionale Pd e 5 Stelle di Letta. Per fare questo non ha esitato ad asfaltare gruppo consiliare e parte della classe dirigente locale del suo partito. Non sarà facile per l’assessore alla cultura di Pizzarotti uscire dall’ombra del Presidente della Regione e raccogliere i cocci che questi gli ha lasciato sul percorso. Infine, sulle scelte amministrative più ostiche per la città fatta dall’Amministrazione uscente, Guerra non è un tecnico neutro, ma un politico che in Giunta le ha approvate e sostenute. Dovrà, quindi, essere molto preparato e convincente per far fronte a queste critiche.
Anche tu sei candidato a sindaco di Parma.
Assolutamente sì. Da oltre tre anni, assieme ai comitati, abbiamo raccolto le preoccupazioni e i disagi di commercianti e residenti e proposto adeguate soluzioni che sono state sistematicamente rigettate dall’Amministrazione comunale, nel disinteresse totale dalle forze politiche della città. La nostra è una proposta che nasce dalla città e che mi viene affidata poiché, con la mia esperienza amministrativa, conosco Parma e le aspettative dei cittadini e se i parmigiani mi daranno fiducia, saprò dal primo giorno mettere la macchina comunale nelle condizioni di trasformare la proposta in soluzioni concrete, libero da vincoli ideologici o pressioni di qualsiasi tipo.
Il tuo è un progetto civico? Cosa vuol dire oggi civismo a Parma, a distanza di vent’anni dall’esperienza Ubaldi?
Il civismo parmigiano è nato con Ubaldi e non ha senso parlarne senza Elvio. Chi oggi volesse mettersi quella etichetta figurerebbe come uno che voglia indossare una maglietta extralarge, ma ha una taglia small, non figurerebbe bene. Io ho la mia storia politica e soprattutto la mia esperienza amministrativa, nata e cresciuta durante quella straordinaria stagione di governo della città. Questo mi ha insegnato che la città, se vuoi governarla bene, prima la devi conoscere, capire e quindi pensare, avendo ben chiaro quale sarà il ruolo che le vuoi dare tra 10/15 anni. Questo significa valorizzarne i punti di forza, coglierne le criticità, sapendole addirittura trasformare in occasioni di opportunità e pianificando una mission di interventi connessi tra loro e capaci nel loro insieme di attuare la trasformazione necessaria. Oggi non possiamo più accontentarci di guidare il cambiamento, ma dobbiamo realizzarlo noi in modo da raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti.
Quali saranno i temi della prossima campagna elettorale?
Viviamo uno tra i periodi più difficili della nostra storia dal dopoguerra, in cui i bisogni non solo sono sempre più pesanti, ma cambiano rapidamente. Per far fronte a questo, la prima cosa da fare è dare alla macchina amministrativa quella flessibilità e rapidità necessaria per adattarsi rapidamente ai mutamenti ed alle nuove esigenze della comunità. Questo non lo fai con consulenti esterni, ma coinvolgendo e valorizzando il personale dipendente. Obiettivo è garantire ai nostri giovani la necessaria serenità per poter costruire la loro famiglia e avere figli. Allo stesso tempo vogliamo sostenere le famiglie già esistenti in ogni momento della loro vita, da quello educativo, a quello sociale e quello di assistenza alle persone più fragili. Non ultimo vogliamo porre freno alla drammatica crescita annuale dei parmigiani che cadono nella fascia della povertà assoluta. Per raggiungere questi obiettivi, vogliamo riordinare i nostri settori amministrativi e assieme al terzo settore ed al privato in generale pianificare, progettare e gestire insieme un rete di servizi efficiente ed efficace.
Parallelamente vogliamo ridare ai parmigiani una città ad alta qualità di vita, sicura, pulita ed attenta al decoro urbano. Giusto avere più forze dell’ordine tra i cittadini, ma bisogna rilanciare le attività commerciali e artigianali per frenare la desertificazione in atto in tutti i quartieri, a partire dal centro storico; se il centro è vivo, vive tutta la città. Infine, il sindaco dovrà veramente essere il responsabile della salute dei suoi cittadini usando i suoi poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL. Vogliamo, cioè, ritornare ad essere felici di vivere nella nostra città e fieri di poter dire “io vivo a Parma”.
Andrea Marsiletti