
“La possibile soppressione del presidio di Polizia di Frontiera dell’Aeroporto di Parma sarebbe un errore. Alla Camera abbiamo già presentato un’interrogazione al Ministro perché riconsideri la decisione palesemente negativa per il territorio e per la sicurezza in generale, e al Senato faremo lo stesso.
Il provvedimento, contenuto in una bozza di decreto presentato alle associazioni sindacali di categoria da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno durante il Governo Conte bis, non è ancora stato approvato.
Riguarda il nostro scalo e altre 22 sedi strategiche in porti, aeroporti e posti di confine come diretta conseguenza della riduzione dell’organico disposta dalla “Riforma Madia”, che ha portato il personale di polizia da 118mila a 96mila agenti.
Confini, porti e aeroporti sono possibili luoghi di transito di clandestini, criminali e stupefacenti: il provvedimento indebolisce il presidio del territorio e lancia un pessimo segnale di smobilitazione da parte dello Stato.
Inoltre dall’aeroporto di Parma vengono effettuati numerosi e regolari voli extra-Schengen, che richiedono specifiche conoscenze e professionalità da parte del personale di Polizia di frontiera.
Attualmente, nonostante l’organico preveda 19 posti, all’Aeroporto di Parma sono stati assegnati 12 agenti con 3 unità che vengono aggiunte da altre zone, tutte professionalità con competenze specifiche in campo di sicurezza aeroportuale che, in caso di smobilitazione del presidio, non potranno essere assegnate ad altri servizi in città ma saranno trasferite in altri posti di polizia di frontiera.
Peraltro l’aeroporto di Parma non ha mai interrotto i voli extra Schengen e sta potenziando le sue rotte nazionali e internazionali.”
Così i deputati parmigiani della Lega Laura Cavandoli, prima firmataria dell’interrogazione, Giovanni Battista Tombolato e i senatori Gabriella Saponara e Maurizio Campari