
Si è tenuta questa mattina, presso la Sala Hurbinek del Teatro Nuovo di Soragna, la presentazione del libro “Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura” di Guido Giraudo. L’evento, organizzato a 50 anni dalla morte del giovane militante del Fronte della Gioventù, ha visto la partecipazione di esponenti politici – tra i quali il consigliere regionale Priamo Bocchi – e numerosi cittadini, uniti nel ricordo di una vicenda che ancora oggi suscita dibattito.
Dopo i saluti istituzionali del presidente provinciale di Fratelli d’Italia Federico De Belivis, del consigliere comunale Salvatore Iaconi Farina e dell’onorevole Gaetana Russo, il dibattito è entrato nel vivo con il dialogo tra l’autore, il responsabile scuola politica di FdI Fabio Marmiroli e il presidente provinciale di Gioventù Nazionale Jacopo Tagliati.
Giraudo ha ripercorso la tragica vicenda di Ramelli, soffermandosi sul contesto storico e sulle responsabilità politiche dell’epoca: “Gli episodi di violenza di quegli anni avevano un obiettivo preciso: distruggere la catena più debole della democrazia. Ancora oggi, ogni volta che si tocca qualche nervo scoperto della sinistra, la reazione è isterica e compatta. La storia di Ramelli fa paura perché smaschera un sistema di potere costruito in decenni e mai realmente messo in discussione”. L’autore ha poi denunciato la tendenza a minimizzare o giustificare quell’omicidio: “Quando si parla di Ramelli, si sentono sempre i ‘ma’ e i ‘però’, come se il suo pensiero potesse in qualche modo rendere meno grave l’aggressione. Ma Sergio era un ragazzo di 18 anni, che andava all’oratorio, giocava a calcio e aveva una fidanzata. Non era un predicatore fascista, semplicemente si era stancato dell’arroganza di una minoranza violenta”.
Marmiroli ha sottolineato come, negli anni ‘70, l’antifascismo militante abbia giustificato atti di violenza mirati a impedire la libertà di espressione: “Abbiamo voluto organizzare questo evento – ha spiegato – per commemorare i 50 anni dalla vile aggressione che portò alla morte di un giovane che aveva avuto l’ardire di criticare in un tema scolastico le Brigate Rosse. In quegli anni, militanti, consiglieri comunali e semplici cittadini venivano aggrediti perché colpevoli di pensarla diversamente. Oggi ricordiamo Ramelli affinché quel clima d’odio non torni mai più”.
† Verso la Pasqua 1. L’eclisse di Gesù nei Vangeli, l’ascesa di Cristo (di Andrea Marsiletti)
Una storia da trasmettere alle nuove generazioni, come ha sottolineato Tagliati: “È fondamentale per noi ricordare Sergio Ramelli, perché il suo esempio si incarna nelle nostre azioni quotidiane. La sua storia deve essere conosciuta da tutta l’Italia, soprattutto dai giovani, perché senza memoria non può esserci futuro. Per questo eventi come quello di oggi sono essenziali: dobbiamo assicurarci che il clima di odio degli anni ‘70 non torni mai più. E proprio per questo – ha aggiunto – condanniamo con fermezza l’aggressione avvenuta a Pavia ai danni di un nostro militante. Non possiamo permettere che la violenza politica venga ancora tollerata”.
A chiudere l’evento, le parole di Giraudo: “Hanno voluto seppellirti ma non si erano accorti che eri un seme”. Un seme che ancora oggi continua a germogliare.