Negli ultimi giorni, a seguito di alcuni episodi di predazione o tentata predazione su cani domestici, si è riacceso il dibattito pubblico sulla presenza del lupo in Alta Val Taro. Un tema che, come spesso accade, rischia di essere affrontato in modo emotivo e frammentario, anziché con la necessaria competenza tecnica e conoscenza del fenomeno.
L’annuncio di un incontro promosso dal sindaco di Tornolo per il prossimo 20 ottobre e la lettera inviata dal sindaco di Bedonia al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica testimoniano l’attenzione e le comprensibili preoccupazioni del territorio, ma anche la necessità di riportare il confronto su basi scientifiche piuttosto che su toni allarmistici.
L’incontro di Tornolo, così come presentato, prevede la partecipazione di soli rappresentanti politici, senza alcuna presenza di esperti in materia, tecnici o di personale della Regione Emilia-Romagna, figure indispensabili per un confronto equilibrato e costruttivo, ma soprattutto per offrire alla popolazione le competenze dei professionisti piuttosto che la propaganda dei politici.
Nella lettera al Ministero inviata dal Sindaco di Bedonia si parla di una situazione di allarme diffuso, di predazioni sul bestiame e di un presunto danno al turismo locale: affermazioni che meritano di essere supportate da dati oggettivi piuttosto che da proclami: Come Associazione, che da anni opera in Appennino per promuovere la coesistenza tra uomo e fauna selvatica, riteniamo fondamentale affrontare la questione con lucidità e responsabilità. Il lupo è presente stabilmente sul nostro territorio da decenni: la sua espansione, documentata fin dagli anni ’80, è il risultato del naturale ritorno di una specie che aveva rischiato l’estinzione. Non si tratta quindi di un’emergenza, ma di un elemento ormai strutturale del nostro ambiente montano.
Forse è il momento di riconoscere che ciò che ci resta di più autentico e prezioso è proprio il paesaggio e l’ambiente, e di impegnarci per una reale valorizzazione naturalistica dell’Appennino, nelle molteplici forme che può assumere. La fauna selvatica, e il lupo in particolare, rappresentano una di queste opportunità. In diversi contesti, inclusa la Val Taro, la loro presenza si è dimostrata una risorsa per il turismo e per la promozione del territorio: sempre più visitatori e scuole partecipano ad attività di educazione ambientale, escursioni e progetti di citizen science, contribuendo a far conoscere la biodiversità e a sostenere, in modo concreto, l’economia locale.
È vero che possono verificarsi conflitti con la zootecnia, ma l’esperienza dimostra che la maggior parte delle predazioni avviene quando gli animali domestici non sono adeguatamente custoditi. Anche i recenti casi citati dal sindaco Serpagli sembrano riconducibili a situazioni prive di sistemi di protezione efficaci.
Oggi esistono strumenti accessibili e collaudati: in Emilia-Romagna sono attivi bandi e contributi regionali per l’acquisto e l’installazione di diversi sistemi di difesa, e anche la nostra Associazione offre, attraverso il Fondo Coesistenza, materiali di prevenzione (elettrificatori, reti, recinzioni, cibo per cani), dando priorità alle piccole realtà agricole e hobbistiche che intendono migliorare la protezione dei propri animali.
Per questo è importante distinguere tra la normale presenza del lupo e i casi eccezionali che richiedono interventi specifici, come i recenti episodi che si sono verificati in alta val Taro nei giorni scorsi, che hanno visto un lupo agire nei confronti di cani nonostante la presenza ravvicinata di persone. Si tratta di un comportamento atipico, che non riflette quello abituale della specie e che va affrontato come tale: con competenza dalle autorità preposte.
Come Associazione abbiamo immediatamente segnalato gli episodi agli enti competenti e riteniamo vi siano le condizioni per attuare interventi mirati, incluso l’abbattimento, nei confronti dell’individuo, o degli individui, responsabili. Riteniamo giusto e necessario che le istituzioni intervengano per gestire questa situazione, ma è altrettanto importante non generalizzare: la grande maggioranza dei lupi mantiene un comportamento elusivo e continua a evitare l’uomo. Serve quindi conoscenza, collaborazione e fiducia nel lavoro dei tecnici, evitando di trasformare un caso isolato in un’emergenza che riguarda tutti i lupi e che non corrisponde alla realtà.
Io non ho paura del lupo APS

