“Fare luce sugli scarsi controlli effettuati a Parma sulla maggiore età dei minori stranieri non accompagnati”. È quello che chiede Pietro Vignali in una interrogazione alla Giunta regionale.
“Nel 2024 a Parma i controlli richiesti sulla reale età di soggetti stranieri auto dichiaratisi minori in quanto non in possesso di documenti e senza alcun parente adulto sul territorio italiano in grado di esercitare su di essi la potestà genitoriale sono stati 5, solo 2 sono stati effettuati ed entrambe hanno dato esito che si trattava di maggiorenni non aventi diritto al trattamento di accoglienza riservato ai minori – ha spiegato Vignali – In altre realtà come Modena di controlli ve ne sono molti di più e per la gran parte accertano che non si tratta di minori. Nel territorio della città della Ghirlandina i controlli eseguiti nel 2024 sono stati 13 su 17 richiesti e solo 3 hanno confermato che si trattava di minori.
† Verso la Pasqua 1. L’eclisse di Gesù nei Vangeli, l’ascesa di Cristo (di Andrea Marsiletti)
A Modena è anche operativo un protocollo d’intesa tra AUSL, enti locali, Autorità giudiziaria e forze di polizia finalizzato a rendere più efficaci le procedure di controllo della maggiore età che appunto consente di accertare a chi non va riconosciuto un trattamento particolare finanziato dalle casse pubbliche. Parliamo infatti di 80 euro al giorno per ciascuno di questi minori. Se si pensa che in Emilia-Romagna quelli presi in carico dai servizi sanitari, sociali ed educativi sono 1147, il calcolo di quanto speso nel 2024 è di 42 milioni di euro.
Nel Comune di Parma, per la sola loro accoglienza nel primo semestre 2025 è stata prevista una spesa di circa 1,3 milioni di euro. Quello che si chiede in pratica alla Regione, oltre che verificare perché esistono discrepanze nei controlli tra annualità e realtà diverse, è di verificare se è stata istituita l’equipe multidisciplinare che si occupa di questi controlli da parte della AUSL e di sostenere l’operatività di un protocollo come quello di Modena. L’amara costatazione è che a Parma su problematiche sociali che interessano anche la sicurezza, se si pensa che molti di questi minori o finti minori fanno parte delle baby gang, si è sempre in ritardo” – ha concluso il consigliere regionale.


