Da circa sei anni svolgo la funzione di OLP (operatore locale di progetto) e ho l’incarico di disciplinare, guidare e accompagnare coloro che svolgono l’anno di volontariato sociale all’interno dell’associazione “per ricominciare”.
Questa associazione svolge da oltre 25 anni il proprio servizio in favore dei famigliari dei detenuti reclusi in Via Burla. L’associazione, che gode del patrocinio del Comune di Parma e alcuni anni fa ha ricevuto la civica benemerenza in occasione del Premio Sant’Ilario, presta servizio di accoglienza e di ospitalità presso due appartamenti siti in città e messi a disposizione dei famigliari dei reclusi che venendo a Parma per i colloqui in carcere non possono permettersi il costo di una camera d’albergo.
In ogni modo, con ogni mezzo e in ogni occasione cerchiamo di rendere meno gravoso il distacco tra chi è recluso e i loro famigliari, pertanto oltre ad ospitarli nelle nostre due strutture ” il focolare” e ” il samaritano ” ed offrir loro generi di prima necessità, offriamo accoglienza presso il laboratorio ” il gioco”, nel carcere di Parma, a tutti i bimbi e ai ragazzi che insieme alle famiglie vengono a far visita ai detenuti. Inoltre, in tre momenti dell’anno organizziamo dei pranzi-feste dove i detenuti possono incontrare ed abbracciare i loro cari ed offrire piatti e portate cucinati da loro in carcere.
A causa del decreto teso ad arginare il contagio del Covid-19 tutto ciò non si può fare e forse non sarà possibile per diverse settimane.
Viste le rivolte che nei giorni scorsi ci sono state presso diversi istituti penitenziari della Nazione e nell’attesa e la speranza di prevenire anche a Parma insofferenze e tumulti, alcuni volontari dell’associazione, venuti a sapere che all’interno del negozio-spaccio interno al carcere erano finite le scorte di tabacco per i detenuti, si sono preoccupati di consegnare all’Istituto penitenziario di Via Burla una scorta sufficiente per sopperire alle necessità delle prossime settimane. Non è stato facile raccogliere presso le tabaccherie del centro un certo quantitativo di tabacco, filtri e cartine, perché ovunque scarseggiavano, ma poi una volta raccolta una quantità sufficiente è stata intenzione e compito di un volontario dell’associazione consegnare presso la portineria del carcere tutto quanto raccolto.
In tal modo i volontari del penitenziario, siccome in questi tempi di Coronavirus, non possono svolgere alcuna loro attività, hanno ritenuto far cosa buona e giusta essere di sostegno ai detenuti di Parma perché anche una sigaretta può essere un modo “per evadere” dallo stress della reclusione e affinché chi è detenuto possa scontare la propria pena senza abbruttirsi, ma con la prospettiva di poter ritornare nella società come persona migliore.
Elvis Ronzoni