
Le frodi online si stanno evolvendo con tecniche sempre più raffinate, puntando a sfruttare l’ingenuità degli utenti a scopo di lucro illecito. Tra le truffe più recenti spicca l’offerta di guadagni supplementari per compiti superficiali quali l’apposizione di “Mi piace” su video di vario genere. Tuttavia, dietro questa apparente semplicità, si nascondono obiettivi molto più nefasti, quali il sottrarre dati sensibili, dettagli bancari e somme di denaro.
Questa particolare truffa si innesca con la ricezione di un messaggio, solitamente inviato tramite WhatsApp, da parte di un falso reclutatore che propone guadagni facili in cambio di un “clic”. I truffatori mirano a ottenere informazioni personali come il numero di WhatsApp, i dati bancari, l’età, la professione e il nome completo dell’individuo.
Una volta rilasciati i primi “Mi piace”, viene suggerito di scaricare applicazioni di messaggistica e di iscriversi a determinati canali con la promessa di ritorni economici elevati, a fronte di un modesto investimento.
È quello che, in sintesi, è accaduto alcuni mesi fa ad una donna residente a Parma.
Ricevuto un messaggio sull’App whatsapp da parte di una sedicente Sofia che le proponeva una sorta di “lavoro” da effettuare comodamente da casa e con il telefono, ovvero mettere dei “mi piace” su alcuni video che la ragazza le avrebbe girato. Per fare ciò, avrebbe dovuto inviargli suo nickname dell’applicativo Telegram, la mail e i dati personali.
Da lì ha iniziato a distribuire dei mi “mi piace” secondo le indicazioni che man mano riceveva, percependo piccolissime somme di denaro.
† Nella grotta di Maria Maddalena a La Sainte Baume (di Andrea Marsiletti)
Carpita la fiducia della donna, le è stato chiesto di effettuare alcuni bonifici, anche in questo caso di poche decine di euro, che le venivano rimborsati, con una piccola maggiorazione.
La cosa è andata avanti così per un po’, fino a quando la vittima ha effettuato alcuni bonifici per diverse migliaia di euro senza ricevere più alcuna notizia in merito nè tantomeno alcun rimborso maggiorato.
Dopo essere riuscita a contattare Sofia e averle chiesto che fine avessero fatto i suoi soldi ed i rimborsi promessi, la vittima si è sentita rispondere che a causa di un errore da lei commesso nella digitazione di un codice, sarebbe stato necessario effettuare un bonifico di 2.500 Euro in modo da poter ripartire con l’operazione.
Non avendo la materiale disponibilità della cifra ed aver riflettuto, si è resa conto di essere stata truffata ed ha sporto denuncia ai Carabinieri.
Le successive indagini e gli accertamenti bancari eseguiti dai militari, hanno permesso di identificare tre titolari di Postepay sulle quali la denunciante ha trasferito il denaro.
Raccolti significativi elementi probatori, documentato il passaggio di denaro sulle carte a loro in uso, un 20enne e di un 55enne italiani nonché ed un 21enne straniero, fatto salvo il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, i tre sono stati denunciati alla Procura di Parma perché ritenuti i presunti responsabili del reato di truffa.