
“Anche a Parma, due anni di pandemia hanno fatto emergere i punti deboli della sanità: bisogna rafforzare la medicina di territorio potenziando l’assistenza domiciliare, intervenendo sulle liste d’attesa, valorizzando i medici di famiglia, sviluppando le Comunità di quartiere, istituendo un fondo sanitario a supporto delle persone meno tutelate. Anche se la Sanità è di competenza regionale, il sindaco è la massima autorità sanitaria e ha delle responsabilità verso la qualità dei servizi che ricevono i cittadini. Istituiremo un assessorato alla Sanità”.
Così Pietro Vignali, presentando il suo manifesto della sanità con Fabrizio Pallini, medico chirurgo e capolista nella lista civica di Vignali e Antonio Slawitz, presidente provinciale Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) e Lee Bitton, medico, già direttore Avis comunale.
“Parma – ha proseguito Vignali – dovrebbe essere maggiormente considerata dalla Regione: ne è prova il fatto che due strutture strategiche come Pronto Soccorso e Ospedale del Bambino si sono potute realizzare grazie al contributo straordinario del Governo, la prima e di imprenditori privati, la seconda”.
“Bisogna garantire percorsi assistenziali al passo con i tempi e proporzionati ai bisogni della comunità. Per questo il sindaco può esercitare un ruolo di coordinamento, ponendosi come intermediario tra le Aziende Sanitarie e la medicina territoriale con attività di stimolo, indirizzo e controllo – ha spiegato Vignali”.
Per il candidato sindaco è prioritario ridurre i tempi di risposta al cittadino: “In primo luogo accorciare le liste d’attesa, coinvolgendo il privato e il privato sociale e poi sviluppare e co-finanziare le “Comunità di quartiere”, garantendo la continuità assistenziale su 12 ore, secondo un approccio multi-disciplinare. Il numero dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta va incrementato. Il nostro intento è di valorizzare le professionalità e creare équipe di cura con specialisti e medici di famiglia che devono essere sgravati dal peso della eccessiva burocrazia. Sempre nell’ottica di ridurre i tempi di risposta e alleggerire la pressione sul Pronto Soccorso intendiamo potenziare l’assistenza domiciliare”.

“Gli anni della pandemia – ha aggiunto Fabrizio Pallini – hanno allungato i tempi di intervento. Le persone si sono viste cancellare visite, cure oncologiche e interventi chirurgici. Noi pensiamo a un sistema per rimettere al centro la prevenzione primaria e l’educazione sanitaria per aiutare i cittadini ad adottare corretti stili di vita, con punti d’incontro nei quartieri, compresi quelli dedicati al sostegno psicologico e di intercettazione del disagio. Una corretta pianificazione è necessaria per non farsi trovare impreparati, come è accaduto nel 2020”.