L’Emilia-Romagna si ferma a riflettere sulle proprie strade, e lo fa all’indomani della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada. Per la prima volta la Regione ha convocato gli Stati generali della sicurezza stradale, un confronto a più voci – istituzioni, enti, associazioni, scuole, ricerca – per mettere al centro un tema che resta drammaticamente attuale.
I numeri diffusi lo confermano: nel primo semestre 2025 gli incidenti in regione calano leggermente (da 8.125 a 8.019), ma aumentano sia le vittime – 133, cinque in più – sia i feriti (+116). Una fotografia che richiama all’urgenza di azioni coordinate e di lungo respiro.
Nel parmense i dati mostrano un quadro in chiaroscuro: gli incidenti scendono da 848 a 834 e i feriti da 662 a 636. Ma i decessi aumentano: da 9 a 10 nel semestre. Un trend che richiama alla necessità di interventi strutturali e una migliore gestione della mobilità, soprattutto sulle strade urbane, dove si concentra la maggior parte dei sinistri.
Proprio per rispondere a questa urgenza è stato firmato a Bologna un protocollo di collaborazione tra Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, Anci e Upi Emilia-Romagna. Un documento che impegna per tre anni tutti i livelli istituzionali a lavorare insieme su prevenzione, monitoraggio e formazione.
Tra le azioni previste:
- reti multiscopo tra istituzioni, scuole, sanità e associazioni;
- checklist tecniche per guidare amministrazioni e progettisti;
- raccolta e condivisione di dati di qualità sugli incidenti;
- focus su ciclabilità e traffico moderato, con linee guida operative;
- percorsi formativi per tecnici e operatori;
- campagne di sensibilizzazione collegate anche a qualità dell’aria e risparmio;
- supporto ai Comuni medio piccoli, spesso privi di strutture tecniche adeguate.
Un lavoro di rete che punta soprattutto a rafforzare l’azione dei territori. “Il rispetto delle regole salva vite umane – hanno ribadito il presidente Michele de Pascale e l’assessora Irene Priolo –. Per dimezzare entro il 2030 morti e feriti gravi, come chiede l’Europa, dobbiamo agire tutti insieme”.
I dati mostrano che tra gennaio e giugno 2025 le strade urbane restano le più problematiche: 5.727 incidenti, 50 morti e oltre 7 mila feriti. Incrementano anche le vittime tra i ciclisti (da 12 a 20), mentre calano motociclisti e pedoni.
Per Parma – dove la mobilità ciclabile è in forte espansione – il nuovo protocollo potrà rappresentare uno strumento fondamentale per progettare infrastrutture più sicure e percorsi casa-scuola e casa-lavoro pensati per ridurre i rischi.
Gli Stati generali, come ha sottolineato Marco Pollastri, presidente dell’Osservatorio regionale, sono solo l’inizio: “Serve un lavoro continuo, coordinato, che sappia imparare dalle esperienze migliori e adattarle ai territori”.



