In occasione del congresso internazionale dell’European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), uno degli appuntamenti più autorevoli nel campo della neuropsicofarmacologia, che si è svolto ad Amsterdam nei giorni scorsi, è stato presentato dai professionisti dell’Azienda Usl di Parma lo studio scientifico dal titolo “Clozapine: efficacy and tolerability compared to long-acting injectable antipsychotics. Preliminary data from a real-world study”.
Si tratta dell’esito di una ricerca congiunta sviluppata da sanitari del dipartimento Assistenziale integrato salute mentale-dipendenze patologiche e dell’unità operativa complessa di Farmaceutica territoriale.
La ricerca parte dal dato, ampiamente riconosciuto in letteratura, del sottoutilizzo della clozapina, un farmaco che, nonostante resti l’unico indicato per la schizofrenia resistente, viene spesso prescritto con cautela per i potenziali effetti collaterali e per la necessità di monitoraggio costante. Lo studio parmense si è posto l’obiettivo di valutare efficacia, sicurezza e tollerabilità della clozapina rispetto ai farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione (long-acting), in un contesto reale di pratica clinica. Attraverso un’indagine osservazionale “real-world”, sono stati analizzati sintomi clinici, effetti collaterali, qualità di vita e parametri della sindrome metabolica di pazienti affetti da schizofrenia resistente al trattamento.
I risultati preliminari suggeriscono che un monitoraggio multidisciplinare territoriale, unito a interventi psicoeducativi e decisioni condivise, può sostenere un uso sicuro ed efficace della clozapina e favorire percorsi di cura orientati alla recovery, con importanti benefici per la salute, la qualità della vita e l’inclusione sociale delle persone.
“La partecipazione al congresso ECNP è motivo di orgoglio”, hanno affermato Pietro Pellegrini, direttore del dipartimento Assistenziale integrato salute mentale-dipendenze patologiche e Giovanna Negri, direttrice dell’unità operativa complessa di Farmaceutica territoriale. “Lo studio conferma il valore di un approccio integrato tra servizi per garantire terapie sicure, efficaci e personalizzate.”
Allo studio hanno partecipato Clara Pellegrini (che ha presentato il lavoro al convegno), Claudia Hasa, Leonardo Tadonio e Claudia Caselli, con il coordinamento di Giancarlo Breviario e Giovanna Negri.
L’European College of Neuropsychopharmacology è un’associazione scientifica paneuropea senza scopo di lucro che funge da piattaforma per lo scambio e la promozione della ricerca nel campo della neuropsicofarmacologia.

