Al via la 28ª edizione del Parma Film Festival, in programma da domani 15 novembre e fino a domenica 23 novembre, con il primo grande ospite, Marco Bellocchio: il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico sarà al Cinema Astra alle 21 per presentare al pubblico, a 60 anni dalla sua uscita nelle sale italiane, il suo lungometraggio d’esordio I pugni in tasca (Italia, 1965, 105’). Un evento speciale – realizzato in collaborazione con Cinematocco, associazione di giovani appassionati di cinema – per celebrare la straordinaria carriera del premiatissimo cineasta. Tra le più importanti personalità del panorama artistico e cinematografico nazionale, Bellocchio ha conquistato nel corso della sua carriera prestigiosi riconoscimenti, tra cui un Leone d’argento nel 1967, un Orso d’argento nel 1991, il Leone d’oro alla carriera e la Palma d’oro onoraria di Cannes. Autore di numerosi film – cult come Nel nome del padre, Sbatti il mostro in prima pagina, Buongiorno, Notte, Il regista di matrimoni, Vincere, Bella addormentata, Fai bei sogni, Il traditore – Bellocchio ha affrontato svariati temi e generi nel corso della sua carriera: dal rapimento di Aldo Moro alla triste storia di Benito Albino Mussolini, dagli interrogativi sull’eutanasia al ritratto di Tommaso Buscetta. Al Parma Film Festival Bellocchio celebrerà il suo primo lungometraggio, un dramma familiare e sociale ambientato sull’Appennino emiliano, divenuto all’epoca caso nazionale e per la critica intellettuale un’opera che anticipò i fermenti e movimenti sessantottini.
La rassegna prosegue domenica 16 novembre, tra presentazioni editoriali, incontri e film in anteprima. Si comincia alle 11 in Feltrinelli con “Arcipelago Sud” di Goffredo Fofi, alla presenza del curatore Mirko Grasso, mentre alle 16.30, al Museo Mupac Aranciaia di Colorno sarà presentato – in collaborazione con Colorno Photo Life – “Lo sguardo attivo di Gianni Fiorito” edito da Artdigiland, con Gianni Fiorito, fotografo di scena di Sorrentino, il curatore Armando Andra e l’editore Silvia Tarquini. Alle 18 tutti al D’Azeglio per la proiezione del cult Non essere cattivo di Claudio Caligari (Italia, 2015, 100’), a dieci anni dalla sua uscita e alla presenza degli sceneggiatori Francesca Serafini e Giordano Meacci. Appuntamento conclusivo al Cinema Astra alle 21.00 con l’anteprima di Sirât (Spagna/Francia, 2025, 115’), di Oliver Laxe, in versione originale sottotitolata. Il film – vincitore del Premio della Giuria a Cannes e distribuito da Mubi – vede tra i produttori Pedro Almodóvar. Sullo sfondo delle montagne del Marocco meridionale un padre, Luis, insieme a suo figlio Esteban, va alla ricerca della figlia Mar, scomparsa da cinque mesi durante un rave. Un viaggio on the road difficile e doloroso dal finale inaspettato e ricco di metafore.
Lunedì 17 novembrela programmazione del festival prosegue a partire dal workshop dedicato alle dottorande e dottorandi di cinema, fotografia, televisione e media audiovisivi delle università italiane che si terrà nell’Università degli Studi di Parma dalle 9 alle 17 con CUC Consulta Universitaria del cinema. Alle 17.30, invece, nell’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, spazio a “Storia del cibo nei media italiani” di Francesca Cantore, Gabriele Rigola e Stefano Magagnoli, edito da Rubettino, con gli autori Gabriele Rigola e Stefano Magagnoli. Novità di questa edizione la rassegna Paesaggi in movimento: Cinema d’Emilia-Romagna, che proporrà al pubblico del Parma Film Festival opere realizzate da autori legati al territorio: appuntamento al Cinema D’Azeglio dalle 16.30 con il cortometraggio Le aspirazioni di Aria(nna) di Fabrizio Marcheselli (Italia, 2025, 7’), il documentario Il cacciatore di Frammenti di Stefano Terenziani (Italia, 2025, 48’) e il lungometraggio L’oro del Reno di Lorenzo Pullega (Italia, 2025, 90’) – quest’ultimo con Neri Marcorè nelle vesti di voce narrante – alla presenza degli autori e registi. Alle 21 al Cinema Astra spazio all’anteprima di Il sentiero azzurro (Brasile/Messico, 2025, 87’) di Gabriel Mascaro – vincitore dell’Orso d’Argento / Gran premio della Giuria durante la 75esima edizione del Festival di Berlino e nei cinema italiani con Officine UBU – in cui un’anziana donna nell’Amazzonia sfugge ai ruoli stabiliti per intraprendere un viaggio di scoperta e libertà.

