Elezioni del sindaco di Parma, quasi trenta anni dopo… (di Stefano Gelati)

di AlbertoPadovani

Nella tarda primavera del 2027, i Parmigiani saranno chiamati alle urne per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Dalle mosse elettorali già iniziate, pur rimanendo nel campo delle ipotesi, dopo ventinove anni potrebbe ripresentarsi uno  schema di forze e candidati alla carica di sindaco molto simile a quello delle elezioni del 24 maggio e 7 giugno 1998.

Come molti ricorderanno Elvio Ubaldi, espressione di una coalizione composta dal suo gruppo di Civiltà Parmigiana e da Forza Italia, al ballottaggio vinse con il 57% contro il sindaco uscente Stefano Lavagetto, appoggiato da ben cinque liste di centrosinistra. 

Maria Federica Ubaldi, figlia di Elvio, consigliera di opposizione, ha dato vita da due mesi ad un progetto civico, in preparazione delle elezioni del 2027, denominato “Chiama Parma”, intensificando i suoi interventi pubblici di critica alla giunta Guerra.

L’ipotesi di un confronto simile a quello del 1998, non fosse altro per lo stesso cognome di uno dei contendenti, viene spontanea; ma per avere un po di rigore occorre, in modo sintetico, analizzare le elezioni di quasi trenta anni fa, consultazioni dal risultato storico per Parma, che videro per la prima volta un candidato sindaco proveniente da sinistra sconfitto nelle urne.

Allora Elvio Ubaldi costituì la sua coalizione affiancando a Civiltà Parmigiana, lista civica già presente alle elezioni del 1994, Forza Italia di Silvio Berlusconi, il maggiore partito di centro destra del tempo. Da notare che presentarono candidati sindaci e liste proprie sia la Lega Nord (Mariano Pedrelli) che Alleanza Nazionale (Massimo Moine), che in totale riportarono al primo turno oltre il 12% dei voti. Quindi fermandosi a Forza Italia nel rapporto con il centrodestra, Ubaldi non  poteva essere attaccato con l’accusa d’imbarcare delle forze considerate estremiste, o comunque non moderate. 

Ciò è bastato per essere davanti a Lavagetto al primo turno e per vincere al ballottaggio? Direi di no.

Nel virtuale schieramento di  centrosinistra ci fu una spaccatura, molto significativa. Si presentò Mario Tommasini come candidato sindaco con una sua lista in alleanza con i Verdi, ottenne quasi il 19%  al primo turno; non andò al ballottaggio ma quella frattura politica non venne assorbita nel secondo turno.

Infatti la campagna elettorale, allora televisiva e sulla carta stampata, che a Parma voleva, e vuole, dire Gazzetta, fu molto intensa tra il sindaco Lavagetto e Tommasini, con Ubaldi in posizione più tranquilla con una Forza Italia locale, quasi defilata per non “disturbare” il connotato civico del candidato.

Un altro elemento che incise sulla sconfitta di Lavagetto fu il proliferare di comitati di quartiere in posizione critica verso l’amministrazione che ebbero, negli ultimi due anni del mandato, largo spazio sugli organi d’informazione, in primo luogo sulla Gazzetta di Parma.

Torniamo al presente e alle ipotetiche e possibili mosse in vista delle elezioni del 2027.

Maria Federica Ubaldi, per ora, in modo comprensibile, si presenta come civica senza preferenze politiche di schieramento, ma svolge un ruolo di opposizione all’attuale maggioranza di centrosinistra. Se vuole essere competitiva, con accesso ad un eventuale ballottaggio, dovrà instaurare un chiaro rapporto politico – elettorale con il centrodestra, in primo luogo con l’attuale partito maggiore dello schieramento, Fratelli d’Italia. 

Questo campo politico, vista anche l’esperienza delle precedenti elezioni comunali, potrebbe  avere dei vantaggi presentandosi dietro un candidato sindaco di provenienza civica che faccia sintesi e tenti di allargare il consenso. 

Pietro Vignali, “mister preferenze” alle ultime elezioni regionali, come candidato di coalizione ha già dimostrato i suoi limiti nel 2022.

L’attuale maggioranza ha una risorsa con funzione di sintesi e anche di “copertura”, il sindaco Michele Guerra che esercita il suo ruolo con capillare e sistematica capacità politica e comunicativa, che copre un PD a volte diviso in consiglio e un Effetto Parma, ultima propagine del decennio dell’ex sindaco Pizzarotti, che sembra in via di graduale esaurimento come esperienza politica autonoma. La ricandidatura di Guerra, come è già stato ribadito su questo giornale,  è essenziale per la tenuta dell’attuale maggioranza di centrosinistra.

Un’ultima considerazione, le elezioni comunali di Parma nel 2027 si potrebbero svolgere in concomitanza con le elezioni politiche, a causa di un breve anticipo tecnico della fine della legislatura che andrà a scadenza naturale nell’ottobre 2027: in questo caso sarebbe ancora più difficile sottrarsi alla logica degli schieramenti politici nazionali.

                                                                                                 Stefano Gelati

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