Lettera a Gesù Bambino per Parma (di MarcoMaria Freddi)

di AndreaMarsiletti2

Caro Gesù Bambino,
stavolta niente giocattoli, niente buoni propositi generici. Ti chiedo una cosa sola, e riguarda Parma: una candidata o un candidato sindaco che sia davvero libero.

Le prime avvisaglie di candidature pubbliche o mascherate, le bocciature di fatto di chi viene dato per certo dal teatrino della politica locale, mi obbligano a chiederti non il solito nome costruito nelle stanze chiuse, non l’ennesima continuità travestita da rinnovamento, non un giovane già vecchio dentro, cresciuto a pane e relazioni di potere. Parma ha bisogno di qualcuno capace di dire ciò che la politica progressista non ha ancora avuto il coraggio di pronunciare ad alta voce.

Primo punto: libertà dai poteri forti.

Serve qualcuno che non debba niente a industriali, influenze clericali, editori e cordate varie. Qualcuno che si autofinanzi con donazioni dei cittadini, sostenuto da volontari e non da sponsor interessati.
E soprattutto una candidata o un candidato sindaco che abbia il coraggio di dire NO all’inutile aeroporto di Parma. Voluto e utile solo a pochi industriali, tenuto artificialmente in vita con denaro pubblico anno dopo anno, nonostante bilanci sempre in rosso, un progetto che ignora ciò che davvero conta: ecologia, sostenibilità, futuro.
L’appoggio interessato di questi potentati non rende libero nessuno: rende semplicemente servi di logiche che guardano all’utilità di pochi privati, non al bene comune.

Secondo punto: partecipazione vera.

Il tasso di astensione al voto è un dato drammatico che dovrebbe togliere il sonno a chiunque si definisca progressista. O la politica ricostruisce fiducia e coinvolgimento, oppure questo vuoto sarà riempito dallo sconforto, dall’apatia e dall’abbaglio delle destre estreme oggi al governo.
Servono assemblee di cittadine e cittadini estratti a sorte, dibattiti veri, processi decisionali e deliberativi che includano cittadine e cittadini di tutte le età. La partecipazione non può essere un fiore retorico nel programma elettorale: deve diventare pratica quotidiana, anche conflittuale quando necessario.
Serve una guida che guardi Parma con occhi puliti, che non rincorra i salotti influenti e che orienti ogni decisione ai bisogni reali, non agli equilibri ereditati.

Terzo punto: coraggio ecologico vero.

Basta con i rendering da conferenza stampa. Parma ha bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di trasformare davvero la città, come stanno facendo tante realtà francesi, spagnole, tedesche e scandinave: interi quartieri pedonalizzati, piazze diventate parchi, centri liberati dalle auto anche dei residenti e restituiti alle persone.
E serve una decisione che guardi alla sicurezza e al futuro: entro la tangenziale, limite a 30 km/h. Helsinki lo ha fatto ed è arrivata a zero morti per incidenti automobilistici.
Le scelte progressiste sul clima non sono un vezzo: sono un dovere verso chi verrà dopo di noi.

Quarto punto: diritti senza ambiguità.

Una forza progressista deve farsi carico della sofferenza delle famiglie e delle persone malate. Serve un sindaco che sostenga apertamente la legge sul fine vita, che difenda la libertà di scelta e che non si nasconda dietro tatticismi o timori clericali.
E sappiamo tutti quanto la diocesi e il vescovo influenzino — direttamente e indirettamente — la selezione delle candidature, i silenzi della politica e perfino ciò che appare o non appare sulla Gazzetta di Parma.
Serve un Consiglio comunale libero, capace di discutere temi difficili senza guardare all’umore della Curia o al potere di veto nascosto della stampa locale. Parma merita istituzioni laiche, mature, coraggiose.

Quinto punto: saldatura tra estremismi e devozionismo.

Un candidato sindaco credibile deve prendere le distanze tanto dall’estrema sinistra quanto da quei mondi che, sotto la bandiera del pacifismo, legittimano la violenza, alimentano un odio ideologico verso l’Occidente e le sue istituzioni, arrivando a giustificare o esaltare il terrorismo.

Il problema si aggrava quando questa deriva incontra e si mescola con il cattolicesimo più devoto e identitario. Da questo incontro nasce una melassa politica e morale, una miscela ambigua, apparentemente compassionevole, ma in realtà paralizzante, che non produce soluzioni, non costruisce futuro e soffoca ogni progetto serio di governo.

Da quella saldatura non nasce nulla di concreto, solo confusione, radicalismo mascherato da bontà e incapacità di affrontare la realtà con responsabilità, laicità e senso delle istituzioni.

Caro Gesù Bambino, se non puoi mandarci tu questa candidata o questo candidato, almeno dacci il coraggio di cercarlo, sostenerlo, riconoscerlo quando arriva. Perché una città migliore non nasce da un miracolo: nasce da chi smette di avere paura di cambiare davvero.

Con affetto e ostinazione,

MarcoMaria Freddi
un cittadino che crede ancora nel cambiamento


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