
18/06/2009
h.16.30
“Una fattiva opera di mediazione che ha permesso di non lasciare a casa nessun lavoratore, che continua con costanza, per garantire la sicurezza occupazionale ai lavoratori della Nestlè.” Il vicepresidente della Provincia di Parma Pier Luigi Ferrari e l’assessore Manuela Amoretti, respingono il giudizio negativo sul ruolo avuto in una delle crisi aziendali più complesse, quella della Nestlè. “Stupisce che ai soli fini di propaganda elettorale – dicono i due amministratori provinciali – si tiri in ballo l’operato delle istituzioni coinvolte, dimostrando di non conoscere a fondo ciò che è stato fatto dalla Provincia e Comune di Parma, attraverso il lavoro che ancora compie il tavolo istituzionale”.
Proprio a quel tavolo si è scongiurato il pericolo di licenziamenti che l’azienda aveva ipotizzato e il 9 giugno dell’anno scorso, è stato siglato l’accordo in cui veniva riconfermata la scelta di Nestlé di mantenere a Parma la direzione strategica e di sviluppo del business gelati, nonché il ruolo della fabbrica come centro di produzione di alta qualità. In quella sede si è individuata anche la cassa integrazione guadagni straordinaria come strumento di supporto al Piano di riorganizzazione destinato al rilancio e per favorire l’attuazione del Piano sociale rivolto a reperire soluzioni condivise in favore di tutti i lavoratori coinvolti.
“La nostra disponibilità a supportare, per quanto di competenza, quel percorso si è concretizzata su diversi livelli – spiega Ferrari – insieme al Comune capoluogo seguiamo con incontri di verifica l’andamento complessivo del Piano di riorganizzazione”.
Da allora i rappresentanti dell’azienda, dei lavoratori, dell’Upi, con le Istituzioni, si sono incontrati a dicembre e poi nel marzo di quest’anno con l’obiettivo di valutare l’esito delle azioni attivate per lo sviluppo competitivo dell’azienda e per il Piano sociale rivolto a reperire soluzioni condivise in favore di tutti i lavoratori coinvolti. Presente anche l’agenzia per il lavoro privata incaricata dalla Nestlè, in accordo con i lavoratori e i loro rappresentanti, della ricollocazione del personale, complessivamente 44 persone, sospesi in Cigs.
Alcuni di questi lavoratori si sono rivolti ai Centri per l’Impiego, in 5 per la ricerca di un nuovo lavoro, altri 5 hanno optato prioritariamente per la formazione.
“Ci siamo mossi come in altri casi analoghi, con la serietà e l’impegno che gli operatori dei Centri per l ’Impiego sanno garantire soprattutto in momenti non facili come questo. – spiega Amoretti – Abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti dei Centri per l’Impiego a partire dal servizio di incontro domanda e offerta di lavoro che sta promuovendo le loro candidature verso le imprese del territorio”.