Commento al campionato XXXI giornata serie A

di UG

In tutti gli ambiti sportivi, e non solo, per ottenere grandi risultati bisogna che psiche, mente e corpo vadano nella stessa direzione. Quando anche solo una componente viene meno i risultati possono essere deludenti.

Caso di scuola, la sconfitta di martedi sera della Juventus a San Siro contro il Milan.

I bianconeri sono scesi in campo conoscendo il risultato della Lazio sconfitta a Lecce. Lazio che dimostra come senza la componente “corpo sano”, ovvero una coperta corta, sia difficile reggere questi ritmi forsennati del pallone post Covid.

Dicevamo della Juve, primo tempo combattuto e ripresa con partenza al fulmicotone. Rabiot esce fuori dal lunghissimo letargo e fa un Eurogoal tirando nel sette dopo una galoppata di cinquanta metri scartando mezza difesa milanista.

Il raddoppio di Ronaldo – la difesa rossonera sembrava il mar morto di fronte a Mosè – sembrava sancire sia la fine del match che del campionato.

Due a zero rappresentava un vantaggio “monstre” di dieci punti sulla seconda, ovvero la fine della lotta scidetto. La Juve – o meglio la psiche dei giocatori – ha staccato la spina, cosa pericolossissima soprattutto se hai di fronte una squadra in forma atletico, tecnico, tattica smagliante. Il solito rigore stile “palla avvelenata” ha riaperto le danze e in cinque minuti il Milan la ribalta dimostrando le fragilità della difesa bianconera che si accorge solo allora di avere bisogno del suo talento olandese De Light. Il quattro a due dovrebbe dare stimolo alla squadra bainconera a evitare crolli clamorosi. Ricordiamo un altro episodio in cui ha subito uguale destino pur essendo davanti di due reti: 2013 in un Fiorentina Juve, ma erano altri tempi e lo scudetto sarebbe stato conquistato mesi dopo.

Questo rende la partita di domani sera contro la sempre vincente Atalanta post Covid. Atalanta che non molla e dopo aver battuto la Samp,vede nel mirino Inter e la stessa Lazio.

L’Inter ormai è caso da psichiatria. Riesce a vivere mille partite in una. Dopo la rimonta subita in casa ad opera del Bologna, in quel di Verona prende un goal all’inizio, ne fa due e, a quattro minuti dal novantesimo, viene raggiunta sul pareggio.

La prima partita della giornata ha regalato la speranza al Lecce, che esce dal terzultimo posto occupato ora dal Genoa. Lecce che inguaia le velleità laziali nella lotta scudetto mentre da fiato alle inseguitrici al secondo posto.

Il Post partita più caldo è stato registrato a Roma. Il mani di Mancini non sanzionato dall’arbitro dopo aver visto l’azione al VAR ha dato adito alle proteste gialloblu. Quest’anno è stato abbattuto il record dei rigori assegnati, spesso per falli di mano che un tempo sarebbero stati definiti involontari.

Il rigore al Parma, seguendo la logica della stagione, doveva quindi essere assegnato. Il prossimo anno si prevede l’ennesimo cambio regolamentare.

Se però si è arrivati all’eccesso di fischiare tutti i tocchi di braccio lo dobbiamo alla nostra immaturità. Solo tifosi, allenatori e addetti ai lavori sportivamente maturi potrebbero accettare la vecchia regola dove l’arbitro stabilisce la volontartietà e il movimento congruo del difensore. Altrimenti il calcio continuerà nella falsa riga attuale dove il rigore, che rimane la punizione massima per il difendente, sarà assegnato per falli che oggettivamente falli non sono.
Prossimo turno. Detto di Juve Atalanta alle 21,45 di domani, segnaliamo un Lazio Sassuolo che aprirà il turno, il derby emiliano Parma Bologna di domenica mentre lunedi chiuderà ancora una volta l’Inter che dovrebbe dare una svolta di risultati per muovere la propria classifica. Quando giocherà conoscerà i risultati delle concorrenti e forse potrebbe sfruttare la situazione a proprio vantaggio ricordando sempre che mente, psiche e corpo devono andare di pari passo.

Alla prossima.

Gianni Bandiera

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