C’è un fantasmino che si aggira per la Parma delle amministrative.
E’ lo spirito dell’Ubaldi secondo mandato combinato all’anelito del Dario Costi al secondo tentativo di affermazione politica (targato PD, fallito nel 2017). Cioè il provincialismo megalomane e dannoso del Ponte Nord (centrato), della Metropolitana (scongiurata), dell’Hotel Ospedale Vecchio (scongiurato) ritradotto oggi nelle Tramvie Ogni Dove, nelle Velleitarie Proposte della Città d’Oro (quella del candidato travestito da professore), nella Stazione dell’Alta Velocità (cara alla ex presidente UPI Gazzetta Sassi), e in altre amenità tese a catturare il consenso.
Sulla patata bollente dell’Aeroporto Cargo il Costi, o chi lo consiglia, ha deciso di far volare qualche straccio della mancata trasparenza (è tutto chiarissimo) e poi vedere cosa succede, come nelle migliori tattiche dell’attendismo opportunistico.
Stupisce però che di questa macchina acchiappa voti ne siano vittima anche alcuni membri del Comitato Tardini che pare apprezzino la conversione a 15 giorni dal voto di Costi in merito al trasferimento dello stadio. D’altra parte l’eliminazione a caldo della Canova e della Roberti (Dall’Olio è dei Verdi e quindi non vale non ostante sia il primo proponente) lascia uno spazio elettorale che doveva pur essere riempito!
Tra la credibilità (poca) di un tale convertito e la creduloneria (speriamo non di tutti) dei membri del comitato Tardini non c’è differenza, come non c’era durante gli anni sciagurati ed applauditi di un ubaldismo dei falsi obiettivi riproposto ora dal suo epigono in chiave 4.0. E a riprova basterebbe vedere i pannelli della mostra last minute dei progetti urbani proposta da Costi per capirne la bulimia propositiva.
Ma il prodotto costi-ubaldiano è uso crescere (considerati anche i consistenti finanziamenti che alimentano il suo advertising) e con pronta metamorfosi eccolo nella veste composita di un Frankenstein a cui presta apporto deciso anche un Carlo Calenda che, con la consueta modestia, ne garantisce l’assoluta qualità non meno che una scontata vittoria.
Bene fanno quindi Vignali e Guerra a rifiutare il confronto diretto con chi conduce una campagna aggressiva nei loro confronti e in parallelo fa mostra di buonismo, vittimismo, spirito benpensante rivolgendosi a parrocchie, associazioni, uomini di buona volontà, brave persone (votanti) e qui forse varrebbe la pena di richiamare Dottor Jekyll e mister Hyde.
In generale credo trattasi di un mix metamorfico tanto pericoloso e già visto quanto inedito del laboratorio politico roman-parmigiano, la cui escalation espressiva cresce a dismisura, al ribasso.
Carlo Quintelli
