Priamo Bocchi (FdI) presenta un’interrogazione su Maison Parma: “Insoddisfacente la risposta dell’assessora Jacopozzi”

di UG

 

Il consigliere comunale Priamo Bocchi, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha presentato ieri in consiglio comunale la seguente interrogazione sul progetto di cooperazione internazionale con il Burundi “Maison Parma”.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

Il sottoscritto Priamo Bocchi, consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia

Premesso che

– Da 18 anni il comune di Parma è impegnato in un progetto di cooperazione internazionale con il Burundi, denominato “Maison Parma, il valore del territorio: la filiera del pomodoro e lo sviluppo sostenibile” numero protocollare AID 12314/020 di un importo totale di 1.344.188 Euro di cui 537.675 Euro spesi nel primo anno di attività del progetto;

– Il Comune di Parma, firmatario dell’accordo quadro con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e responsabile legale del progetto, ha affidato parte della realizzazione delle attività all’associazione Parmaalimenta, versando una prima tranche annuale per il 2021 pari a 299.900 euro;

– dal 2004 il Comune si fa promotore, garante e sostenitore di tale progetto attraverso l’associazione Parmaalimenta della quale risulta essere tra i soci insieme alla Provincia di Parma;

– l’associazione Parmaalimenta è stata beneficiaria nel 2011 dei fondi necessari per costruire il Centro agroalimentare Maison Parma, ubicato nella zona nord di Bujumbura, capitale economica del Burundi. Il centro comprende hangar per lo stoccaggio e lavorazione di riso, manioca e ortofrutta, celle frigorifere per la conservazione dell’ortofrutta, sale di formazione, punti vendita dei prodotti agricoli, terreni interni per la sperimentazione delle colture. Nella scheda di presentazione pubblicata sul suo sito web, l’associazione sostiene che il centro si estende su una superficie di 7.000 metri quadrati senza specificare se questa immensa superficie è stata acquistata o messa a disposizione dal governo burundese;

– come ha dichiarato recentemente il sindaco, “in questi anni il comune di Parma ha istituito “un network di istituzioni che hanno curato attività di sviluppo agricolo e di monitoraggio dei progetti a Bujumbura e che trovano il loro centro propulsore nel Centro agroalimentare Maison Parma”.

Rilevato che

– Una delegazione burundese, guidata dal Sindaco di Bujumbura Generale Jimmy Hatungimana e dal Governatore della Provincia Desire Nsengiyumva, è stata accolta giorni fa dal Sindaco di Parma Michele Guerra, dall’Assessora con delega alla Cooperazione Internazionale Daria Jacopozzi e dal Presidente del Consiglio Comunale Michele Alinovi, nell’ambito della settimana di formazione dedicata a tale progetto e comprendente il convegno del 15 settembre dal titolo “Tutto il bene del Pomodoro. Parma Bujumbura, un modello vincente di cooperazione”;

– il sindaco e il governatore della provincia di Bujumbura sono funzionari del partito al potere CNDD-FDD, investiti di tale carica dal Presidente del Burundi Ndayishimiye, lo stesso che nel 2020 ha dichiarato pubblicamente che i gay sono la causa della pandemia di Covid 19 (l’omosessualità in Burundi è un reato punibile dalla Legge);

– secondo Fulvio Beltrami, noto corrispondente del quotidiano Faro di Roma che segue le vicende del Burundi da 26 anni, le “attuali istituzioni pubbliche del Burundi, sono occupate da ex guerriglieri, generali, colonnelli e fedeli del partito CNDD-FDD che le detengono con la forza, il terrore, l’intimidazione e le esecuzioni extra-giudiziarie di decine di innocenti che osano ribellarsi o denunciare i loro crimini. Nella delegazione giunta a Parma vi sono nomi tristemente noti alla popolazione burundese, agli attivisti dei diritti umani e ai rappresentanti della società civile, costretti all’esilio o arrestati, e che vedono oggi i loro carnefici invitati d’onore del Comune di Parma. Il Generale di Brigata della Polizia Jimmy Hatungimana (Sindaco di Bujumbura ed ex carnefice della polizia ai tempi della rivolta popolare del 2015) e il dirigente di partito CNDD-FDD il Pastore protestante Désiré Nsengiyumva, Governatore di Bujumbura Rural, hanno partecipato attivamente alla sanguinaria repressione delle proteste popolari contro il terzo mandato di Pierre Nkurunziza del 2015 coordinando le violenze della polizia contro civili inermi in stretta collaborazione con l’ex primo ministro Maresciallo Generale Bunyoni e l’attuale primo ministro Ndirakobuca;

Considerato che

– un recente rapporto del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU ha evidenziato la presenza di gravi violazioni dei diritti umani in Burundi, Paese che da tempo si oppone all’ingresso di ispettori della stessa organizzazione internazionale. Il rapporto, ripreso recentemente da una risoluzione del Parlamento Europeo, ha denunciato il persistere di esecuzioni sommarie, persecuzioni politiche, torture, sparizioni e uccisioni extragiudiziali;

-periodicamente a Bujumbura, capitale del Burundi, vengono compiuti rastrellamenti di polizia nel corso dei quali vengono arrestati bambini di strada e mendicanti: si ritiene che i primi vengano fatti arruolare nell’esercito e nel FDLR (Forze Democratico Liberazione Ruanda), corpo integrato nelle Forze Armate burundesi, responsabile del genocidio etnico del 1994 in Ruanda e indiziato dell’uccisione dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio. I mendicanti adulti si sospetta siano stati incarcerati o eliminati.

– Il 18 maggio del 2022 l’Associazione Americana in Difesa dei Diritti Umani (Human Rights Watch) ha pubblicato un rapporto sulla situazione dei diritti umani in Burundi, sottolineando ancora una volta la presenza sistematica di esecuzioni arbitrarie, torture, detenzioni extragiudiziali, rapimenti, violenze di genere, sparizioni ed espropri forzosi di terra ai contadini. L’esito del rapporto è stato inviato alle principali autorità del Paese senza che giungesse da loro alcuna risposta;

– recentemente il Burundi ha ripreso ad attuare un censimento etnico (esteso alle alte gerarchie delle Chiese Cattoliche e Protestante) teso a escludere dalla vita economica, sociale e culturale la minoranza tutsi e a rafforzare i monopoli economici dei magnati hutu legati al regime. Il timore è che ciò rappresenti il preludio ad un nuovo genocidio.

Preso atto che

In occasione della visita della delegazione burundese (14/09/22) la testata giornalistica Faro di Roma ha pubblicato un illuminante e circostanziato articolo dal titolo “Il progetto “Maison Parma” nel Burundi che calpesta i diritti umani. Ma Comune di Parma e AICS ne sono al corrente?” (F. Beltrami)

INTERROGA

Il Sindaco e la giunta, nella persona dell’assessore con delega alla cooperazione internazionale, per sapere:

Se siano a conoscenza di quanto riportato e che giudizio ne diano;
come sia stato possibile che le delegazioni del comune di Parma in Burundi non abbiano compreso la gravissima situazione in cui versa il Paese a causa del regime né il reale volto dei suoi principali interlocutori istituzionali: Sindaco e Governatore di Bujumbura;
se intendono, alla luce di quanto riportato, valutare la sospensione di ogni tipo di collaborazione, patrocinio e impegno di spesa a favore del progetto “Maison Parma” (per quanto l’iniziativa possa essere mossa da lodevoli intenti di cooperazione e di solidarietà internazionale) ed ogni rapporto coi funzionari del regime del Burundi, Paese nel quale sono violati i più elementari diritti umani.

Priamo Bocchi

 

Nella replica alla insoddisfacente risposta dell’assessore D’aria Jacopozzi, ho ribadito quanto strida il professare “Parma città dei diritti” (anche quelli che male intesi) con il collaborare con i protagonisti di un regime militare che viola ogni elementare diritto umano. Ho chiesto se i terreni messi a disposizione dal governo Burundi fossero tra quelli confiscati forzosamente ai contadini; ho fatto presente quanto difficile sia ottenere controllo e trasparenza sui fondi elargiti; ho aggiunto che 8 anni fa a Bujumbura tre suore missionarie Saveriane della Diocesi di Parma furono violentate e trucidate e che il governo burundese ha sempre ostacolato le indagini che potessero fare luce sui moventi e responsabili. In questi giorni il caso si è riaperto dopo che un presunto partecipante all’eccidio, oggi rifugiatosi in Belgio, ha accusato il regime militare del Burundi di essere il mandante dell’ efferato triplice omicidio. Ho ricordato che a pochi metri dalla sala consiliare c’è uno striscione che inneggia alla verità per Giulio Regeni: per rispetto della medesima verità e della memoria delle tre suore, oggi dovremmo sospendere ogni relazione con i rappresentanti di quel sanguinario regime.

Priamo Bocchi

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