Lettera aperta di Giorgio Pagliari a Elly Schlein: “Un partito ideologico e nostalgico è la negazione del Pd”

di UG

Gent.ma On.
ELLY SCHLEIN
Segretario Nazionale PD

 

Lettera aperta

Gentile Segretaria,

sono un elettore del centro-sinistra, già senatore PD.

Voglia consentirmi di svolgere alcune riflessioni, semmai vorrà leggerle, poiché, come tanti elettori (non ho più ruoli politici), trovo sempre maggiore difficoltà a individuare un referente elettorale nell’area e non voglio rassegnarmi a questo stato di cose.

Le confesso, in primo luogo, che trovo contraddittorio (e miope) l’ipotesi di costruzione del nuovo centro-sinistra con il M5S, filo putiniano e filo trumpiano, populista, trasformista, giustizialista, demagogico e pronto a tutto e al contrario di tutto come si è visto, da ultimo, sul Mes e sull’Ucraina.

La selezione dei compagni di viaggio è, infatti, fondamentale perché è elemento di chiarezza anche rispetto al più complessivo tema della caratura politica del centro-sinistra e, quindi, primariamente (in quanto forza trainante) del PD.

 

I lasciti di Stefano Lavagetto, Ubaldi, Vignali e Pizzarotti. Le sfide di Guerra per entrare nella storia della città (di Andrea Marsiletti)

 

La credibilità politica, nell’Italia di oggi, caratterizzata da una forte domanda di Politica, si riacquista non con la sommatoria di sigle, ma con proposte serie. Bisogna partire da un progetto di società coraggioso, fondato sui valori e non sulle ideologie del ‘900. La stella polare è l’uguaglianza sostanziale costituzionalmente sancita; una stella polare, che richiede scelte forti, organiche e di sistema, senza ammettere le scorciatoie di indicazioni spot o di opzioni isolate, cioè non riconducibili ad una complessiva visione di società.

L’uguaglianza sostanziale delle persone (art. 3 Cost.), in altre parole, non è questione che dipende dalla vittoria sul capitale (opzione ideologica), ma dalla realizzazione di una costituzione materiale (opzione valoriale), cioè di un assetto sociale che garantisca i diritti fondamentali e la possibilità di ciascuno di realizzare sé stesso al di fuori – beninteso – di ogni visione assistenzialistica: “La stagione dei diritti” – scrisse Aldo Moro pochi mesi prima del suo omicidio – “si rivelerà effimera se in Italia non rinascerà il senso del dovere”.

Bisogna ridare speranze, ridisegnare le regole sociali per riequilibrare l’accesso alle opportunità di vita e di lavoro e i rapporti economico-sociali, dando attuazione a norme come ad esempio gli artt. 31, 32, 34 e 36 Cost.

Una Politica autorevole, che oggi non vedo, dovrebbe perseguire la creazione della “città di tutti per tutti”, attraverso un’azione che renda condivisa la responsabilità di dar vita ad una società equa e giusta, fondata sulla solidarietà, nella quale prevalga la disponibilità di ciascuno a “mettersi in gioco” in funzione dell’obiettivo della comunità tutta.

Utopia? La piena realizzazione di una simile società è sicuramente impensabile (anche se deve rimanere l’obiettivo), ma una sua attualizzazione parziale è possibile: ci vuole, per l’appunto, la Politica, che è la grande assente di questo tempo.

Quest’ultima non si concilia con un’azione ridotta alla contrapposizione pura e semplice, al no per il no, alla sola critica distruttiva senza proporre alternative, a limitarsi a denunziare ai quattro venti l’incapacità dell’altro, finendo inevitabilmente per essere giudicati presuntuosi, spocchiosi e, insieme, privi di idee. E per fare il gioco del centro-destra.

La gente vuole altro: bisogna dimostrare la propria capacità progettuale.

È purtroppo esperienza quotidiana il sentire la gente interrogarsi su cosa mai proponga il centro-sinistra (e il PD) ed esprimere il suo disappunto per la mancanza di messaggio. E non Le riferisco i commenti di questi giorni, nei quali il PD – non è sua responsabilità – non parla che della sua candidatura alle Europee.

Mi lasci dire che è difficile negare il fondamento di questa opinione: l’afonia progettuale e/o propositiva è la causa principale della crisi del centro-sinistra.

C’è necessità, al contrario, di un’interlocuzione, che, affrontando le tante questioni che interessano la vita di tutti i giorni della massima parte dei cittadini, offra all’elettorato la possibilità di capire quale società vuole il centro-sinistra, di convincersi della sua attenzione per tutte le componenti sociali e non per nicchie di esse e della sua attitudine e volontà di risolvere i veri problemi.

Si tratta di iniziare un’azione, che deve scavare la pietra dell’indifferenza, quanto non dell’ostilità, della gente. Un’azione, che sarà efficace soprattutto se si fonderà (sarebbe una novità) sul convinto riconoscimento che “niente avviene per caso”, che le responsabilità per questo stato di cose (comprese le elezioni 2022) sono del centro-sinistra e non del “destino cinico e baro”. Il rifiuto della politica è l’altra faccia della medaglia del desiderio di Politica, che è forte nella società italiana.

È proprio al desiderio di Politica, che il centro-sinistra – quello vero e serio – deve dedicarsi con tenacia, mettendo nel conto tempi lunghi per la risalita nel consenso, pur se pronto a cogliere eventuali evoluzioni positive anticipate.

Un’ultima annotazione.
In questi mesi, ho letto di un PD, che ritorna PdS, di un PD al seguito della CGIL e/o del M5S, di un PD radicalizzato e di altro ancora.

Per chiarezza, Le dico che per me il PD ideologico e “nostalgico”, sicuramente affiorato, è la negazione dell’idea fondante di questo partito.

Il nodo della caratterizzazione politica va comunque sciolto per il bene del PD, del sistema politico e del paese: ciò che conta è non restare in mezzo al guado.

La scelta, quale che sarà, porterà chiarezza tranne nel caso in cui si decida di non decidere. In tale eventualità, il futuro del PD e del centro-sinistra si rivelerà effimero. Negli altri casi, quand’anche la scelta fosse – errando, secondo me – quella di superare di fatto il PD con un ritorno al passato (= cioè trasformandolo in una riedizione di uno dei partiti fondatori), il sistema politico né trarrebbe – comunque – vantaggio in termini di tenuta democratica e di una eventuale scomposizione, che libererebbe energie politiche.

Mi scusi, se mi sono permesso.

Con i migliori saluti.

Giorgio Pagliari

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