INTERVISTA – Alberto Padovani: “Ci siamo uniti per rappresentare la maggioranza dei colornesi”

di UG

Da una settimana Alberto Padovani, consigliere comunale uscente di minoranza, è ufficialmente candidato a sindaco di Colorno sostenuto dal Comitato Civico Colorno 2024 di cui fanno parte anche il Pd e il M5S.

Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio i suoi obiettivi.

Perché hai deciso di candidarti sindaco di Colorno?

Perché credo nel mio paese, Colorno.

Perché credo nel valore della politica, intesa come attività fondamentale e di servizio alla realizzazione delle legittime aspirazioni di una comunità e dei singoli cittadini. Ci credo ancora e forse più di prima, nonostante tutto il contesto sembra dirci il contrario.

Vorrei trasmettere questa fiducia nella dignità della politica alle giovani e ai giovani colornesi. Sarebbe già portare a casa una parte importante del mio lavoro di candidato.

Inoltre, ho accettato di candidarmi solo quando ho capito di avere il supporto di tutte le persone e le componenti del Comitato Civico Colorno 2024. A questo punto, la disponibilità e la responsabilità è anche un fatto di prospettiva politica: quella di far crescere un progetto, che ha il valore di unificare diversi gruppi e legittime visioni, nel nome del futuro di Colorno.

Le sfide impegnative mi hanno sempre affascinato, più del salire sui carri che passano, per opportunismo.

 

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Intorno a te si sono coagulati un movimento civico, il Pd, il M5S. Siamo alle prove generali di campo largo a Colorno?

Non credo molto alle correlazioni tra livello nazionale e livello locale. Certamente, le tendenze nazionali e regionali incidono sui risultati, lo si è visto nel 2019, ad esempio, quando la Lega al 40% fornì un supporto decisivo per l’elezione del sindaco attuale, con il resto della coalizione che aggiunse solo un 8,5%.

Detto questo, credo che a livello locale, la differenza la facciano le persone, con la loro credibilità e la loro capacità di organizzarsi attorno a un progetto comune e positivo, ritenuto valido dalla cittadinanza.

Noi abbiamo ragionato in questo modo, nel Comitato Civico, e continueremo a lavorare con questo metodo inclusivo.

Come siete riusciti a riunificare le tre minoranze che cinque anni fa si sono presentate divise?

È il risultato di un lavoro continuo, nell’interesse di Colorno, come Consiglieri comunali.

Durante la pandemia, io, Lorenzo Pasini e Simone Guernelli abbiamo dato una mano a distribuire materiale per informare la cittadinanza.

Abbiamo sempre vissuto il nostro ruolo di opposizione in modo costruttivo, producendo atti con attenzione e continuità sulle principali problematiche del paese e territorio. Di questo atteggiamento il sindaco Stocchi ha avuto la correttezza di darne atto in sede consigliare e pubblica. Ad esempio, grazie alle nostre proposte e al successivo lavoro di organizzazione si è svolta l’audizione pubblica sul Ponte del Po, in Consiglio comunale. Ancora più recentemente, grazie ad una nostra interpellanza – ricordando anche il ruolo positivo della Consigliera Maria Fiorini, sempre attenta e collaborativa – si è svolta un’importante commissione sullo stato della Casa della Salute e il futuro dei servizi sanitari a Colorno.

Questo lavoro unitario è stato il fattore decisivo che ci ha convinto a unificare i nostri percorsi civici e politici. Importante in tal senso è stato ascoltare persone competenti, stimate e conosciute in paese, alcune delle quali oggi fanno parte del Comitato.

 

† Gesù, è inutile che torni sulla terra nella parusia, non ti riconosceremmo (di Andrea Marsiletti)

 

Come costruirete il programma elettorale?

Lo stiamo costruendo insieme, a partire dai nostri valori di riferimento: la sostenibilità, che ormai è il primo principio su cui orientare l’agire politico e le scelte amministrative e concrete, sia a livello globale che in una comunità di 9.000 abitanti, come Colorno; la Costituzione, come faro fondamentale per la nostra identità e azione politica e civica; l’antifascismo, espresso in modo chiaro, non come retaggio nostalgico ma come valore attuale e urgente, per la costruzione di un contesto democratico, nel rispetto delle diverse legittime opinioni.

Credo che le persone moderate di vari orientamenti comincino ad avvertire con preoccupazione alcuni segnali di recrudescenza e imbarbarimento. Noi siamo e saremo sempre per il confronto democratico e civile, per il rispetto delle persone e delle regole.

Entrando nei temi concreti di Colorno e del territorio – quelli che più ci interessano – il programma lo costruiremo insieme a tutte le persone e le componenti che incontreremo in questo periodo. Vogliamo ascoltare attentamente i principali problemi che affrontano oggi i colornesi, per trovare chiavi di lettura e soluzione concreta. Fiduciosi nelle potenzialità del nostro bellissimo paese, anzi, Città di Colorno.

Il programma sarà costruito per punti, in modo chiaro e sintetico, in modo che tutti possano comprendere le nostre priorità. Useremo gli hashtag e gli strumenti innovativi di comunicazione, senza dimenticare mai che la politica nasce sempre dall’incontro personale e dal confronto.

Adesso che sei alleato del Pd, devi rivedere le tue opinioni sulle ex giunte di centrosinistra di Michela Canova?

Credo sia necessario rivedere con tranquillità e oggettività quanto è successo a Colorno cinque anni fa, perché ognuno possa imparare. In politica, anche quando si è convinti delle proprie ragioni, occorre sempre avere l’umiltà di mettersi in discussione.

La nostra disponibilità a collaborare in modo unitario come ColornoLAB era stata resa pubblica anche allora ma evidentemente i treni erano già in corsa e non si è riusciti a unificare tre differenti percorsi politici.

Dal punto di vista strettamente amministrativo, i dieci anni in cui Michela è stata Sindaca di Colorno hanno visto una tenuta dei conti, in un periodo difficile. Credo ci siano stati alcuni errori dal punto di vista comunicativo e nel secondo mandato un’eccessiva personalizzazione: io le critiche le ho espresse a suo tempo in modo civile e senza ipocrisia.

Così come ho riconosciuto i suoi meriti, che ci sono, tanto che la prima amministrazione ad approfittare di una progettualità rimasta parzialmente inespressa è stata proprio la giunta guidata da Stocchi.

Questi sono i fatti, e i colornesi li conoscono.

La principale lezione che abbiamo imparato è questa: divisi si perde, uniti ce la possiamo giocare… e lo faremo fino in fondo.

A prescindere dall’esito delle elezioni amministrative, al termine della campagna elettorale, vedrete me e i miei collaboratori sorridenti e con la maglietta sudata, perché ci avremo messo tutto l’impegno possibile. E non per un colore politico, ma per il gialloverde di Colorno.

Questo lo possiamo garantire già da oggi.

Prossimi passi?

Stiamo curando con attenzione i passaggi necessari allo svolgimento di una campagna elettorale partecipata, sobria, convincente, attenta alle priorità e ai problemi reali del paese e del territorio, puntando sugli obiettivi concreti e realizzabili, con un metodo inclusivo e con l’obiettivo di arrivare a rappresentare la maggioranza dei colornesi.

La gente è stanca della solita politica, delle solite rassicurazioni. Il nostro obiettivo è costruire una visione differente, alternativa alla Colorno a volte dipinta in modo paternalista ma che in realtà è composta da piccole “tribù” che non si parlano e non costruiscono insieme, ma si limitano a garantire la propria sussistenza e la tenuta dei propri interessi, legittimi ma non sempre coincidenti con l’interesse superiore, che è quello comune, di Colorno.

Questo riduzionismo funzionale non è il nostro modello di paese: siamo riformisti e crediamo alla cooperazione, alla partecipazione e alla sintesi democratica per costruire insieme la Colorno di questi e dei prossimi anni. Insieme. Nessuno escluso.

Andrea Marsiletti

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