Enel e-Distribuzione, la denuncia dei sindacati: “Peggiora la qualità del lavoro e del servizio”

di UG

“Dopo le promesse e gli impegni presi durante la vertenza nazionale del 2022, nulla è stato realmente mantenuto. Anzi, la situazione è peggiorata: l’organizzazione del lavoro è sempre più caotica, con gravi ripercussioni sulla qualità del servizio e sulla vita dei dipendenti”.

È una denuncia dura quella delle segreterie regionali di Flaei Cisl Emilia-Romagna, Filctem Cgil e Uiltec Uil di Parma, che tornano a puntare i riflettori sulla condizione dei lavoratori di Enel e-distribuzione nella provincia.

I sindacati parlano di un declino iniziato venticinque anni fa, quando la forza lavoro in Enel distribuzione a Parma contava circa 200 unità tra tecnici, operativi e personale commerciale. “Il primo taglio significativo arrivò con il trasferimento di 40 lavoratori ad Amps, la municipalizzata locale, in seguito al “decreto Bersani” che aprì alla liberalizzazione del settore elettrico. Un’operazione definita “sproporzionata rispetto alla minima parte di rete ceduta”.

Da quel momento – spiegano i rappresentanti sindacali – è iniziata un’epoca di esodi incentivati e prepensionamenti, culminata con l’introduzione dell’articolo 4 della legge Fornero. Oggi, i dipendenti diretti di Enel e-distribuzione nella provincia di Parma sono appena 80, un numero considerato allarmante.

Una carenza di organico che ha reso necessaria l’esternalizzazione della quasi totalità delle attività operative e tecniche, determinando anche la chiusura di diversi gruppi territoriali, un tempo fondamentali per garantire una presenza capillare e interventi rapidi in tutto il territorio parmense.

A peggiorare ulteriormente la situazione, la recente introduzione unilaterale da parte dell’azienda di un nuovo schema di turni sfalsati: uno dalle 7 alle 16.24, l’altro dalle 13.15 alle 20. Una decisione che, secondo i sindacati, rende il lavoro “più caotico e stressante” e non contribuisce in alcun modo a migliorarne l’efficienza. “È evidente che dividere in due turni un organico già insufficiente non fa che peggiorare la situazione”, accusano.

Le ricadute sulla vita dei lavoratori sono pesanti: alcuni dipendenti residenti a Piacenza, ad esempio, finiscono il proprio turno alle 20:00, con tempi di rientro che rendono impossibile qualunque conciliazione tra lavoro e vita privata.

Il malcontento ha già dato luogo a tre scioperi con un’adesione “vicina al 100%” e a una grande manifestazione a Roma sotto la sede istituzionale di e-distribuzione. A partire da fine luglio, annunciano i sindacati, prenderà il via anche uno sciopero delle prestazioni straordinarie.

Il messaggio ai vertici aziendali è chiaro: “Serve un’inversione di rotta. È tempo che le istituzioni intervengano per salvaguardare un servizio pubblico essenziale e per fermare lo smantellamento di un ex ente nazionale – Enel – che, inspiegabilmente, è stato spezzettato e venduto. L’obiettivo – concludono – è tornare a una turnazione diurna, che garantisca dignità al lavoro e qualità al servizio”.

 


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