Blitz contro la criminalità cinese: maxi operazione in tutta Italia, controlli serrati anche a Parma

di UG

Un’operazione a tappeto della Polizia di Stato ha colpito duramente la criminalità organizzata di matrice cinese radicata in Italia. Coordinata dal Servizio centrale operativo e condotta con il supporto dei Reparti prevenzione crimine, l’attività ha coinvolto decine di città e si è conclusa con numerosi arresti, perquisizioni e sequestri. Anche Parma è stata al centro di un’azione mirata, con controlli nei locali gestiti da cittadini cinesi.

È scattata in tutta Italia una vasta operazione della Polizia di Stato per contrastare le attività criminali riconducibili alla comunità cinese, in particolare quelle legate all’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione, al traffico di droga, al lavoro nero e alla detenzione abusiva di armi.

Il blitz, definito ad “alto impatto”, ha coinvolto le squadre mobili di ben 27 province, tra cui Parma, ed è stato il frutto di un lungo lavoro investigativo coordinato dal Servizio centrale operativo (SCO).

L’indagine ha messo in luce la struttura della criminalità cinese in Italia, composta da gruppi organizzati autonomi ma in contatto tra loro, spesso formati da persone provenienti dalla stessa area geografica della Repubblica popolare cinese. Si tratta di organizzazioni radicate in diverse regioni, in particolare in quelle con alta concentrazione di residenti cinesi, come la Toscana. I gruppi agiscono secondo un codice rigido, fatto di omertà e vendetta, che ricorda da vicino le dinamiche delle mafie tradizionali. L’intimidazione e la violenza sono strumenti comuni per mantenere il controllo del territorio, e non mancano le testimonianze sull’utilizzo sistematico delle armi da fuoco da parte di vere e proprie “ali armate”.

Oltre a gestire traffici di stupefacenti, sfruttamento sessuale e lavorativo, e produzione di merce contraffatta, queste organizzazioni sono coinvolte anche in complesse operazioni finanziarie illecite. Tra queste spicca l’uso dell’hawala, un sistema informale di trasferimento di denaro che permette di spostare ingenti somme tra continenti senza passare per i canali bancari ufficiali. Una pratica che, oltre a favorire il riciclaggio, viene utilizzata per regolare i conti nel traffico internazionale di droga e migranti.

Tra il 28 luglio e il 3 agosto 2025, l’operazione ha portato a 13 arresti per reati come spaccio, sfruttamento della prostituzione, rapina ed estorsione. Sono state denunciate 31 persone, identificate quasi duemila e controllati oltre trecento esercizi commerciali, due dei quali sottoposti a sequestro. Tra le sostanze stupefacenti sequestrate, spiccano 550 grammi di shaboo, equivalenti a circa 5.500 dosi. Le sanzioni amministrative elevate superano i 73.000 euro.

A Parma, la Squadra Mobile ha intensificato i controlli negli esercizi commerciali riconducibili alla comunità cinese, con particolare attenzione a centri massaggi, sale scommesse e ristoranti di sushi, ritenuti ambienti sensibili per lo sviluppo di attività illegali. Nel corso dell’operazione sono state identificate 17 persone, alcune con precedenti, e controllati sette locali commerciali, la cui regolarità è stata oggetto di attenta verifica.

L’intera operazione rappresenta un segnale forte delle istituzioni contro una criminalità sommersa e radicata, che agisce nell’ombra ma con ramificazioni sempre più visibili nel tessuto sociale ed economico italiano.


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